Chi è Anna Freud? La Psicologia dell Io

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CHI E' ANNA FREUD? LA PSICOLOGIA DELL'IO - Ricorre oggi, 3 dicembre 2014, il 119esimo anniversario della nascita di Anna Freud, psicoanalista austriaca figlia di Sigmund Freud. Fu caposcuola della cosiddetta "Psicologia dell'Io", ma di cosa si tratta? L’Io è governato dal principio di realtà, che si trova tra l’Es e il Superio. L’Io è la parte più superficiale dell’apparato psichico. L’Io possiede processi funzionali liberi da conflitti. Quindi il trattamento psicoanalitico è basato e punta a rinforzare la sfera dell’Io libera da conflitti, favorendo un adattamento all’ambiente reale. Anna Freud, figlia di Sigmund, focalizza la sua attenzione sull’Io e sulle misure difensive poste in essere per contrastare idee o affetti dolorosi o insopportabili. L’Io adotta delle strategie per proteggersi dall’angoscia, dal dolore e da pericoli interni ed esterni, che sono in ognuno di noi ma che diventano patologiche. Mentre il padre, Sigmund Freud, si occupò principalmente della rimozione, Anna Freud si occupò oltre che dei nove meccanismi descritti da Freud, di questi meccanismi di difesa: Rimozione, Regressione, Formazione reattiva, Isolamento, Annullamento retroattivo, Introiezione, Proiezione, Identificazione, Rivolgimento contro se stessi, Trasformazione nel contrario. Questi meccanismi sono utilizzati dall’Io per difendersi nel suo conflitto contro le rappresentazioni degli istinti e degli affetti. I meccanismi di difesa ideati da Anna Freud sono: l’Identificazione con l’aggressore, l’Altruismo, l’Ascetismo e l’Intellettualizzazione. (Serena Marotta)

CHI E' ANNA FREUD? AFORISMI E FRASI CELEBRI - Profonda conoscitrice della mente umana, Anna Freud amava dire che "si è sempre constatato che una mente creativa sopravvive a qualunque tipo di educazione" aggiungendo "anche a una cattiva educazione". Con questo intendeva dire che una mente libera e dunque creativa è sempre in grado di sfuggire le regole malvagie che vengono imposte da certo tipo di educazione. E a sottolineare l'importanza della psiche e dunque dell'animo umano diceva anche: "ho sempre cercato fuori di me forza e fiducia ma esse vengono dall'interno, sono lì sempre". Consapevole della difficoltà e a volte impossibilità di risolvere il dolore dell'animo umano, diceva che "tre cose sono impossibili: insegnare, guarire e governare". E anche: "tutto diventa così problematico a causa di alcuni difetti di base: un generale malcontento con me stessa". Ma Anna Freud era anche una persona amante della semplicità e della gratuità della vita: "a volte la cosa più bella è proprio quella che arriva inaspettatamente  e immeritata quindi qualcosa di veramente regalato".

CHI E' ANNA FREUD? L'OMAGGIO DI GOOGLE - Sulle orme del padre, anche Anna si dedicò allo studio della mente umana. In modo leggero e piacevole Google sottolinea proprio questo aspetto. Quello che si vede disegnato è infatti un volto di profilo: sembrerebbe quello di un bambino perché infatti la psicanalista si dedicò in particolar modo all'infanzia. Un cerchio è disegnato dentro alla testa, più o meno a significare il cervello, da cui fuoriescono tante figure geometriche colorate che significano i pensieri della mente umana e che quindi vanno a formare il logo stesso di Google.

Chi è Anna Freud? Anna Freud (nata il 3 dicembre 1895 a Vienna e morta a Londra il 9 ottobre 1982), figlia di un padre ingombrante, Sigmund Freud, padre della psicanalisi, fu a sua volta una psicanalista e divenne molto famosa in Europa e oltreoceano per le sue teorie sulla psicologia infantile. Un personaggio molto particolare, una donna complessa, Anna Freud è stata descritta in molti modi, certamente uno dei più graffianti lo troviamo in "Anna Freud: la 'vestale' della psicoanalisi”, di Nerina Milletti. “Annina (Anna Freud), che viene descritta bruttina, alta 1,60, con le spalle curve, senza pretese, vestita di grigio e con brutte scarpe basse, «consapevole di non essere sufficientemente femminile o attraente come donna», riteneva di essere stata trascurata dai genitori perchè le era stato dato un nome insignificante e banale, era stata allattata artificialmente, la lasciavano a casa durante le ferie, le si preferivano le sorelle. Si definisce dumm (balorda), ma poichè i suoi vogliono che sia diligente, lo diventa”. Un biglietto da visita che dà la misura di un personaggio particolare, che - forse - nella vita cercò istintivamente, ancora prima che razionalmente, di indagare quella psicologia infantile che l’ha sempre affascinata. E non era diventata un oggetto di studio in senso classico, perchè Anna Freud non si laureò mai, a dispetto di un numero ragguardevole di lauree honoris causa che le università le tributarono, certo non solo per il fatto di essere figlia di Sigmund Freud. Anna Freud, però, non partì da un interesse astratto o accademico per i bambini, ma da una esigenza reale. Nel 1941, infatti, per rispondere al bisogno dei figli con problemi e abbandonati in tempo di guerra, Anna Freud istituì un rifugio per 100 bambini rimasti senza tetto a causa dei bombardamenti. Bambini che non potevano essere affidati a una famiglia o che avevano sviluppato avversione per i genitori affidatari. Anna Freud mise in pratica con questi bambini le sue teorie, spesso di rottura, nella gestione di questo “ricovero”, prima di tutto coinvolgendo in modo diretto e molto importante le figure genitoriali e cercando di destinare alla cura dei piccoli sempre le stesse persone, formando una sorta di “gruppi familiari”. Questa passione per i piccoli come persone, Anna Freud cercò anche di comunicarla in sede di insegnamento. Quando istituì un corso di terapia clinica, ebbe in mente quattro principi. I primo luogo, voleva che le terapie fossero accessibili a tutti, anche e soprattutto agli indigenti, in secondo luogo pretese che i bambini fossero soggetti primari e non “aggiunti” nelle terapie di coppia, il terzo principio ispiratore era legato alla costante ricerca giurisprudenziale perchè il sistema normativo si adattasse alle esigenze dei bambini, ma l’ultimo e più importante principio fu uno solo: per Anna Freud non bisognava mai smettere di osservare. Osservare, guardare, cercare di ricevere ogni segnale per conoscere chi si aveva davanti.

LE OPERE PRINCIPALI DI ANNA FREUD - Anna Freud, Dorothy Burlingham, Bambini senza famiglia, Roma, 1972, Astrolabio - Anna Freud, Thesi Bergmann, Bambini malati, Torino, 1974, Bollati Boringhieri - Anna Freud, Opere. Vol. 1: 1922-1943, Torino, 1985, Bollati Boringhieri - Anna Freud, Opere. Vol. 2: 1945-1964, Torino, 1985, Bollati Boringhieri - Anna Freud, Opere. Vol. 3: 1965-1975, Torino, 1985, Bollati Boringhieri - Anna Freud, Conferenze per insegnanti e genitori, Torino, 1986, Bollati Boringhieri - Anna Freud, L'aiuto al bambino malato, Torino, 1987, Bollati Boringhieri - Anna Freud, Lezioni a Harvard. Il bambino, il suo ambiente, il suo sviluppo psichico, Milano, 1991, Raffaello Cortina - Anna Freud, Normalità e patologia del bambino. Valutazione dello sviluppo, Torino, 2003, Feltrinelli - Anna Freud, Psicanalisi per educatori, Roma, 2006, Armando Editore - Anna Freud, Infanzia e adolescenza, Torino, 2012, Bollati Boringhieri - Anna Freud, L'osservazione del bambino, Torino, 2012, Bollati Boringhieri - Anna Freud, La formazione psicoanalitica, Torino, 2012, Bollati Boringhieri - Anna Freud, Psicoanalisi ed educazione, Torino, 2012, Bollati Boringhieri - Anna Freud, L'analisi infantile, Torino, 2012, Bollati Boringhieri - Anna Freud, L'io e i meccanismi di difesa, Milano, 2012, Giunti Editore

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