C’erano una volta i pastori… Ora in Abruzzo si fa e-commerce


di Vito de Luca

PESCARA -  La crisi economico-finanziaria che incombe in Occidente ha reso più “grigio” il futuro per i giovani in cerca di lavoro? Sarà, ma nell’Abruzzo che ormai da decenni ha smesso le vesti della regione della transumanza, l’immaterialità del commercio on-line sembra essere una valida alternativa.
La cifra non è iperbolica, ma ad esempio presso la Camera di Commercio di Pescara risultano iscritte 30 aziende che vendono solo (solo) sul web. Dunque chi sono gli e-marketer abruzzesi? Due esempi, che sembrano imbrigliare il commercio al suo destino, e spiegarlo nella sua totalità, sono Pierluigi Lido e Riccardo Iacobone. Per il primo vi è stato solo commercio on-line, senza passare dapprima attraverso quello tradizionale; per il secondo, invece, che propone già di per sé oggetti immateriali, dal tradizionale si è passati al web.

Un unico "destino" dunque per il commercio. Anche se con un tocco di "materialità", soprattutto per Pierluigi, che ha cancellate le opacità di una recessione, che sembra non dare tregua, con una pennellata di vernice colorata e a tinte forti. E sì, poiché Pierluigi, 27 anni, di Montesilvano (provincia di Pescara), una laurea magistrale in “Psicologia delle organizzazioni e dei servizi” presa a Cesena, dopo un triennio a Chieti, con tanto di Master in Risorse Umane e di abilitazione al tirocinio per esercitare la professione di psicologo, si è dato all’e-commerce con una bottega on-line (impregnante.com) nella quale offre tutto ciò che può essere utile al bricolage. E non solo, con quest’idea, ha dato lavoro, per adesso, anche a due dipendenti a chiamata, i quali intervengono quando occorre.


“Prima della dissertazione della mia tesi di laurea, nel 2009” - racconta Pierluigi nel ricordare i primi passi che gli hanno permesso di bypassare l’austerità del momento - mi sono messo in proprio aprendo una partita Iva e così studiavo e nel frattempo vendevo. Il primo prodotto, rammento, che riuscii a piazzare, fu un giaccone, a Bologna”. “Io non faccio altro”, prosegue, “che acquistare merce a basso costo, depositarla in magazzino, ovvero in un luogo fisico reale, per poi pubblicizzarla sul sito internet”. Tuttavia una spruzzata all’oscurità di un tunnel del quale ancora non si vede l’uscita Pierluigi l’ha data anche con i colori vivaci dell’abbigliamento. “Nel settore del vestiario”, spiega orgoglioso di sé , “ho l’esclusiva, da qui a sei anni, del marchio di un noto artista abruzzese, Pep Marchegiani”. Tutto oro che luccica e che dunque offusca la crisi? Qualche nigro lapillo c’è stato, ma a causa del reale e di ciò che è tradizionale. “Nel gennaio di quest’anno”, spiega l’e-marketer, come appunto egli preferisce definirsi, “decisi di aprire un negozio reale, omologo a quello virtuale, a Pescara, ma nel giro di qualche mese ho dovuto immediatamente chiuderlo per via delle perdite finanziarie, diverse migliaia di euro, che ho dovute supportare.

Infatti il settore dell’e-commerce è in crescita e se una perdita c’è stata è stata solo per colpa mia, avendo tentato di aprire un negozio vecchia maniera”. E il futuro Pierluigi lo vede ancora più roseo. “Fra un po’ mi trasferirò in uno studio associato, diciamo così insieme con altre tre partite Iva (in Italia ormai ne sono, secondo una ricerca pubblicata da il Mulino, 5,7 milioni, nda), cioè un fotografo, un grafico e un programmatore, per poter puntare ancora di più sul mercato on-line e in maniera più sistematica”. Il tutto senza tralasciare la vecchia passione giovanile, il sogno da ragazzo: quello di essere uno psicologo (Pierluigi non è iscritto all'Albo), ma con un occhio volto sempre alle problematiche del lavoro e con i piedi per terra. “Da febbraio a marzo prossimi, presso alcuni istituti scolastici superiori della zona, gratuitamente terrò dei corsi sull’illusione professionale”.

Dunque l’e-commerce come approdo ultimo per chi è alla ricerca di un lavoro? Non è così per Riccardo Iacobone, 50 anni, e dal 1984 amministratore unico di Micso (www.micso.it), azienda di Pescara che attualmente commercia on-line soluzioni di connettività Adsl e servizi di hosting (il “luogo” in cui va a collocarsi un sito Internet), la quale agli esordi della propria attività si occupava, tradizionalmente, di sviluppo software e di soluzioni chiavi in mano. “Il commercio on-line”, spiega l’amministratore unico di Micso, “non è un mestiere, poiché è solo un mezzo. È un mezzo e dunque è un qualcosa per chi un mestiere lo abbia già. Certo che esiste chi, essendo senza lavoro, ne inventa uno e poi decide di venderlo anche attraverso internet, ma l’e-commerce rimane uno strumento essenzialmente al servizio dell’azienda, che già di per sé ha una propria attività, la quale poi viene fatta conoscere attraverso la Rete”.

E se il commercio elettronico per Iacobone non è la panacea per la disoccupazione, non è neanche quell’argine a quella crisi che imperversa nel commercio tradizionale, poiché i due mercati sono comunicanti. “Faccio solo un esempio: se va in crisi il settore delle piastrelle di arredamento, la decrescita della vendita di questo prodotto verrà avvertita sia nel mondo reale, sia in quello cosiddetto virtuale. L’e-commerce”, prosegue Iacobone, “aiuta soprattutto per l’internazionalizzazione della conoscenza del prodotto e quindi per la vendita di esso. Noi, nonostante il periodo generale di crisi, non ci lamentiamo, e pertanto resistiamo alla crisi poiché offriamo quello che oggi è definibile un prodotto di prima necessità, prodotti relativi ad Internet. La crisi”, conclude l’amministratore unico di Micso, “l’avvertiamo solo per il fatto che la gente che acquista, avendo meno soldi, ci dà qualche difficoltà nell’incassare”.

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