Cecilia Camellini: «Il mio 2014 tutto d’oro»

Un anno d'oro. Non usa queste parole per descrivere il suo 2014, ma lo pensa proprio così, Cecilia Camellini, mentre rientra in auto da Eindhoven scortata da due fidi scudieri come papà Gian Paolo e il fratello Stefano, pronti a raggiungere mamma Antonella a Casinalbo per festeggiare assieme. Di festa, in effetti, ce ne sarà da fare tanta, perché la campionessa 22enne torna a casa con al collo tre medaglie d'oro, frutto di un en plein sensazionale all'Europeo olandese. Trionfi arrivati dopo due anni di assenza da gare internazionali, dalla Paralimpiade di Londra nella quale divenne beniamina dell'Italia intera, per dedicarsi agli studi e conseguire la laurea in Psicologia, arrivata a luglio. Ecco perché il 2014 di Cecilia può davvero definirsi un anno d'oro. E non è finito: dopo un paio di settimane di meritato riposo, a settembre ci sarà da concentrarsi di nuovo sugli studi. Non si ferma mai, Cecilia, sempre proiettata verso nuovi traguardi. E non smette mai di stupire chi in questi anni ha imparato ad ammirarla per quello che è e che sa dare, da campionessa fuori e dentro l’acqua. Tutti alla spasmodica ricerca di nuovi aggettivi per descriverla, avendoli finiti da un pezzo. Se ne chiedete uno a lei, però, non saprà dirvelo, perché l'umiltà sta alla base del suo essere straordinaria campionessa.

IL RIENTRO ALLE GARE

«È andato tutto meglio di ogni mia più rosea aspettativa», racconta Cecilia. «Nulla - prosegue - era scontato. Anzi, c’erano diverse incognite il giorno del mio arrivo ad Eindhoven. Ultimo ostacolo da affrontare la febbre, che fortunatamente dopo la prima gara mi ha dato tregua». Manco a dirlo, quella gara si è chiusa con un immediato ritorno sul gradino più alto del podio: «Un’iniezione di fiducia, con la consapevolezza di aver tratto beneficio anche dallo stato di forma forse non eccelso delle mie rivali. Perché, diciamolo, ho fatto un tempo abbastanza alto». Non che Cecilia voglia sminuire il suo successo, perché dietro a quell'oro nei 100 dorso e agli altri due conquistati nei 50 e 100 stile ci sono mesi di sacrifici in mezzo agli studi: «A giugno ho ricominciato ad allenarmi ogni giorno. È stata una preparazione corta rispetto al solito, se si pensa che prima della Paralimpiade di Londra mi allenavo due volte al giorno. Così, assieme ai miei allenatori, abbiamo deciso di dedicarci solo a tre gare anziché alle solite cinque. La scelta ha pagato».

ORI ED EMOZIONI

«Di emozioni ne ho provate tante. La più forte dopo la vittoria nei 50 stile, quando mi è stato comunicato il tempo: non avrei mai immaginato di poter sfiorare il mio record del mondo, ma sapevo di aver messo in acqua il 110% delle energie. L’oro nei 100 dorso non me lo sarei aspettata, quello nei 100 stile sì: era la gara che attendevo con ansia e il fatto che sia stata l'ultima mi ha dato la sensazione di aver messo la ciliegina sulla torta».

RIPOSO E FUTURO

«Adesso mi godrò un po’ di relax, ho davvero bisogno di riposarmi. Andrò alcuni giorni ad Assisi. Poi, a settembre, mi attende il test di ingresso a Psicologia clinica per la laureamagistrale. Alle gare tornerò a pensare più avanti. Il prossimo anno ci sarà il Mondiale, nel 2016 la Paralimpiade. Ma diamo tempo al tempo».

FESTA E RINGRAZIAMENTI

«Accendevo il telefono dopo le gare, perché prima preferisco isolarmi e trovare la massima concentrazione, e trovavo decine di messaggi. Il più inaspettato? Quello del sindaco di Modena, Gian Carlo Muzzarelli. Mi ha fatto realizzare che in tanti mi stavano seguendo. Non dimentico anche quello del sindaco di Formigine, Maria Costi. Ringrazio tutte le persone che mi hanno seguito, dalla prima all'ultima, ma un “grazie” speciale voglio farlo alla mia famiglia, ai miei allenatori Matteo Poli e Alessandro Cocchi (che non hanno potuto seguirla in Olanda, ndr) e ad Atos Serradimigni, da anni mio sponsor con l’azienda Tecnodiamant: senza di lui questo Europeo lo avrei seguito da casa, non vissute in acqua».

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