Caos Apparente: Convegno Nazionale di Psicologia Analitica a …

Il convegno è il frutto del lavoro comune di un gruppo di circa venticinque persone composto da psicologi e psicoterapeuti di varie estrazioni, per quanto principalmente junghiane, di vari tipi di esperienze terapeutiche, di varie età, più o meno dai trent’anni fino ai settanta.

L'interesse si è concentrato sulla crisi attuale, partendo dai vari problemi che venivano posti dai partecipanti al gruppo. Uno dei principali temi emersi riguarda l'alterazione di quelli che possono essere definiti tradizionalmente i cicli naturali delle età, la particolare lunghezza dell'infanzia e della prima gioventù.

Una relazione in particolare partirà da quello che viene definito il “limbo” di parecchi dei nostri pazienti giovani: la lunghezza della terapia, la dimensione stagnante, un arresto del tempo, una sospensione anche dei conflitti e dell'avventura della vita, la difficoltà dell'investimento erotico, come un impaludimento della libido. Suggerisce questo ristagno una difficoltà di attivazione del simbolico? Forse dopo il miracolo economico degli anni settanta, col successivo avvento della società dello spettacolo, della preponderanza della comunicazione mediatica si è messo in moto un processo di de-soggettivazione? Si è imposto un modello ingegneristico, che tende a distruggere i progetti individualizzanti? Forse che con la negazione della morte è scomparso anche il conflitto e lo scambio simbolico, come viene suggerito da alcuni con il mito di Sisifo?
Parallela alla società dello spettacolo è l'epoca del narcisismo, che però sembra aggrapparsi sempre di più a una sorta di indistinto, di regressiva unione dei contrari, di quello che Lacan definisce “unianismo”. Ma oltre a questa visione che appare sociologicamente fondata, quali movimenti di cambiamento, di evoluzione, possiamo rintracciare nel nostro lavoro?

Oltre la evidente rottura rispetto alle grandi ideologie, l'evidente frammentazione delle tracce psichiche tradizionali, al di là degli arcaismi regressivi, i nostri pazienti continuano a sognare, ad associare, a cercare nuovi modi di essere: la rottura della crisi non provoca quindi soltanto ristagni ma è anche motivo di nuove prese di coscienza, di nuove responsabilizzazioni, di nuovi percorsi della singolarità che, gettata nel disordine mondano, non si contenta di nicchie regressive, ma tenta di battersi in nuovi processi individuativi.

Sono evidenti le crisi, per esempio, della maternità e non solo la difficoltà materiale al suo accesso (situazione professionale e denaro), ma sono anche evidenti nuovi tipi di percorsi sia della coppia maschile e femminile, sia della coppia genitoriale. È facile allora incontrare nuovi conflitti di genere che si impiantano in modi assolutamente nuovi, accompagnati da quasi prepotenti inversioni di rotta dei percorsi identitari femminili e maschili. E tutto sommato, si può, oggi, parlare ancora di una specificità identitaria maschile e femminile o i due termini sono semplicemente indicatori di una coppia di opposti?

Non è neanche da escludere una sorta di regressione ad arcaismi di stampo matriarcale.

La presenza nel gruppo di persone di varie età ha spesso stimolato una specie di conflitto generazionale: spesso il risultato è stato interessante, nel momento in cui è
stata sottolineata una perdita di potere di tutti i rappresentanti rispetto alla potenza dei media che avrebbero sgominato la trasmissione culturale all'interno della famiglia.
Il convegno, dopo aver toccato alcuni di questi punti nodali – tra cui anche il rapporto con la natura, col proprio corpo, con le proprie deformità – si aprirà a quattro laboratori, che saranno centrati su questi temi: 1) il conflitto di genere e la maternità difficile; 2) individuo e gruppo nella relazione con i propri handicap psicosomatici, simbolici e reali, insomma la mancanza di temperanza tipica della nostra situazione di crisi; 3) fantasie e sogni di catastrofi: sono una condizione di possibilità di rinnovamento o il segno della fine? 4) la crisi della ciclicità “naturale”.

Alla fine dei laboratori il convegno sarà chiuso da una tavola rotonda, che prevederà una discussione e una sintesi finale.

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