cancellati 1000 psicologi dal decreto di riordino. A Urbino uno solo è …

URBINO – Il mistero degli psicologi ospedalieri scomparsi diventa polemica: la categoria è stata ‘cancellata’ definitivamente oppure no? Una cosa è certa: di ruolo, nella città ducale, ce n’è solo uno. Insieme agli altri 999 a livello nazionale è piombato, suo malgrado, in un vuoto normativo generato da un decreto sul riordino del sistema sanitario, redatto dal ministero della Sanità in concerto con quello delle Finanze.

Nello specifico parliamo dell’inspiegabile assenza dei ‘conoscitori dell’anima’ nell’elenco dei servizi offerti dagli ospedali, così come risulta dalla lettura della bozza del provvedimento sulla “Definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera”, attualmente all’esame della Conferenza Stato-Regioni. E questa omissione, spiega Giuseppe Luigi Palmapresidente dell’Ordine nazionale psicologi, potrebbe costare molto alla categoria perché ”se manca la citazione di questa figura professionale all’interno dell’elenco,  i direttori generali potrebbero essere indotti a sopprimere questo tipo di servizio”.

Obiettivo del controverso regolamento, nato sulla spinta della spending review, è la riduzione delle unità operative e “la riorganizzazione dei posti letto e della pianta base dei servizi ospedalieri” che, stando a quanto emerge dal comunicato ufficiale che il ministero della Salute ha pubblicato in risposta alle osservazioni dell’Ordine degli psicologi, non entra “nel merito delle specifiche professioni sanitarie coinvolte e necessarie” e non prevede “alcuna soppressione della figura dello psicologo”. Ma qualcosa ancora non torna: la finalità del decreto sugli standard operativi è chiara, mentre l’assenza degli psicologi meno.

Svista o no, “all’appello manchiamo solo noi perché tutte le altre categorie di professionisti sono citate”, afferma Palma. “Non è in discussione il fatto che gli psicologi possano lavorare all’interno dell’ospedale – continua il presidente – ma è necessario che vengano citati esplicitamente dal decreto, altrimenti come potrebbero essere collocati in una struttura ospedaliera? A che titolo?”.

Dell’omissione l’Ordine se ne era accorto fin dall’inizio e l’aveva segnalata al dicastero di Renato Balduzzi prima che si rimettesse mano al regolamento.“La bozza era poi stata rivista e modificata rispetto alla sua formulazione originaria – spiega Palma – ma la revisione non ha posto rimedio alla lacuna che avevamo fatto presente al Ministro. Così sono partite delle iniziative come, ad esempio, ‘non cancelliamo la psicologia negli ospedali’, una petizione che fino a oggi ha raccolto oltre 7000 firme”.

Al di là della cavillosa questione normativa, la riflessione sulle attività di supporto e assistenza psicologica negli ospedali solleva altri interrogativi sulla situazione degli psicologi in Italia e sulla salute in generale. “Attualmente, all’interno del servizio sanitario nazionale – dice Palma – operano circa 6000 psicologi ordinari (cioè con contratto a tempo indeterminato), 1000 dei quali lavorano negli ospedali. Un numero insufficiente per fornire le prestazioni che obbligatoriamente dovrebbero essere garantite ai cittadini. A nostro avviso servirebbe un incremento del 50%”.

Per il presidente dell’Ordine psicologi Marche, il dottor Bernardo Gili, “i tagli stanno decurtando i servizi, anche quelli di sostegno psicologico. Una risposta negata a un profondo disagio sociale emergente e in aumento. Ed è sotto gli occhi di tutti”. Anche la Provincia si è dimostrata sensibile all’argomento, soprattutto al tema della depressione da disoccupazione. Infatti, nel centro per l’impiego di Pesaro, sono stati istituiti i cosiddetti gruppi di parola: team di psicologi pronti ad aiutare le persone in difficoltà.

Lo psicologo è una figura importante per l’assistenza che fornisce ai pazienti ma spesso viene sottovalutata. La salute, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, è uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale ma, per Palma, “l’attenzione rivolta alla dimensione psichica è molto limitata e questo è testimoniato anche dai dati: negli ultimi 10 anni il numero degli psicologi è rimasto pressoché invariato, non c’è stata alcuna evoluzione”.

“La psiche non deve essere discriminata” afferma Alessandro Bedini, dirigente psicologo e psicoterapeuta impiegato all’ospedale di Urbino. ”Come diceva Ippocrate, l’umore influisce sulla salute. Le persone depresse infatti hanno una minore capacità di reagire agli eventi negativi rispetto a chi ha un rapporto positivo con se stesso. E ci sono casi in cui il sostegno psicologico è fondamentale: davanti a una diagnosi infausta come quella di un tumore, il paziente è scosso da un terremoto emotivo e ha bisogno d’aiuto”.

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