Bambini tecnologici


Al giorno d'oggi non è più pensabile tenere i nostri figli lontani dalla tecnologia, e non sarebbe nemmeno giusto. Ma un minimo di controllo sul rapporto che i piccoli hanno con tablet, pc  e Internet è fondamentale. Giuseppe Riva docente di psicologia dei nuovi media presso l'Università Cattolica di Milano e ricercatore presso l'auxologico ci aiuta a fare chiarezza

Qual è l’impatto di cellulari, internet, pc e tablet sul cervello e la psiche dei bambini?
Bisogna fare una premessa: le nuove tecnologie sono in velocissima evoluzione, per cui ciò che era valido fino a qualche anno fa, non lo è già più. Così, se tre o quattro anni fa, i bambini in età prescolare si cimentavano al massimo con il Pc e per loro quella costituiva l’iniziazione alle nuove tecnologie, ora bimbi di tre o quattro anni usano l’Iphone, piuttosto che l’Ipad o il tablet in generale. Con l’avvento del touch screen si è profondamente modificato il rapporto con questi strumenti e, di conseguenza, l’impatto su cervello e psiche.

In che senso, che cosa è cambiato nel corso degli ultimi anni?
Prima c’era un’interazione complessa con il computer: era previsto l’utilizzo di un mouse, bisognava almeno possedere qualche nozione per usare il pc, avere, per esempio, cognizioni linguistiche di base. Ora il touch screen permette un utilizzo intuitivo, rendendo i bambini meno disposti ad accettare la frustrazione che consegue a una tecnologia non immediatamente fruibile. I piccoli utenti tecnologici sono diventati, in un certo senso, meno duttili, meno disposti a frustrazioni e compromessi, anche perché gli strumenti multimediali prevedono la possibilità di costruirsi un’esperienza su misura, che rispetti appieno i propri interessi e i propri tempi. Anche il rapporto con la televisione si sta, quindi, modificando. C’è una sorta di progressivo abbandono nei confronti della Tv generalista che non si può costruire su misura.

Quindi in che modo queste tecnologie modificano la struttura cerebrale dei bambini?
Da una parte migliora il processo di coordinamento dei movimenti e velocizza il processo decisionale. Dall’altra riduce la capacità di mantenere l’attenzione su un compito a lungo. Il fatto di trovare immediatamente, con un semplice tocco della mano, ciò che si desidera, riduce la necessità di rimanere concentrati su quello che stiamo facendo. Questo discorso vale, soprattutto, per i bimbi dai 6 anni in su. Inoltre la dimensione del “qui e ora”, del tutto a portata di mano, può limitare la capacità di astrazione. Così come la semplice gestione del tempo diventa più complessa, perché spesso il bambino si isola, perdendo di vista le priorità quotidiane, come, ad esempio, lo studio. Ovviamente diventa a questo punto fondamentale il ruolo dei genitori che devono limitare l’uso di questi strumenti dal punto di vista quantitativo, e non solo. Devono condividere con i proprio figli, soprattutto se molto piccoli, l’uso delle nuove tecnologie.

E i vantaggi?
La tecnologia può essere utilizzata a fini educativi. Ci sono tante strategie d’uso veramente molto interessanti e accattivanti per insegnare a leggere, contare, in maniera anche divertente. Inoltre queste tecnologie, se opportunamente usate, aumentano il coordinamento motorio e spaziale, la prontezza dei riflessi e la capacità di pianificazione. Quindi, non ha alcun senso demonizzarle.

E per gli adolescenti?
Per i ragazzini tecnologia significa relazione, voglia di socializzare. In assoluto lo strumento più usato dagli adolescenti è il cellulare, anche per accedere ai tanto amati social network, perché il telefonino è immediato, istantaneo e soprattutto, permette di bypassare il controllo dei genitori, il che a quell’età non costituisce certo un dettaglio.

Quali sono i principali problemi?
In primis, il bombardamento dei messaggi. Gli adolescenti rischiano, talvolta, di trascorrere l’intera giornata a rispondere a SMS e ai messaggi di Facebook, privando di conseguenza preziose risorse allo studio e ad altre attività. Inoltre esiste il problema della privacy. Nella psiche di un adolescente il concetto di privacy e riservatezza è pressoché inesistente, quindi si tende a condividere tutto di sé, senza filtro alcuno. Le conseguenze sono ovvie: si va dal cyberbullismo a gravi ripercussioni sulla propria emotività perché a un certo punto non si capisce più nulla: non si sa più, per esempio, chi è amico di chi...

Leave a Reply