Bambini e scuola: come scegliere dove iscrivere il proprio figlio

Appena partite le iscrizioni per la Scuola dell’Infanzia, Primaria, Secondaria di Primo e Secondo grado e per i corsi di istruzione e formazione professionale regionali, nelle Regioni aderenti, ecco che i genitori hanno un mese di tempo per prendere la non facile decisione sulla scuola giusta alla quale iscrivere il proprio figlio.

Come sceglierla? Ad aiutare a mamme e papà, arrivano i consigli degli esperti di Psicologia Clinica dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù.

 

L'ingresso nella scuola dell’Infanzia

Si tratta di un momento particolarmente delicato nello sviluppo di ogni bambino. Al di là della struttura da scegliere, è fondamentale che i genitori informino il bambino su cosa troverà (sia per quanto riguarda l’insegnante che per quanto riguarda i compagni), cosa farà e cosa gli verrà chiesto, adattandosi alle sue necessità in maniera elastica, sostenendolo e accompagnandolo in ogni momento importante (primo giorno, incontro con gli insegnanti, esplorazione degli spazi, introduzione alla classe). Realizzando così un momento di crescita tanto per lui quanto, indirettamente, per la sua famiglia.

Il piccolo va rassicurato sulla capacità dell'insegnante di prendersi cura di lui e dei suoi bisogni (mangiare, bere, evacuare, riposarsi etc). Da parte sua, l'insegnante della scuola a cui ci si rivolge dovrà illustrare ogni giorno le attività programmate, per rendere l'ambiente prevedibile e rassicurante

 

Scuola Primaria: meglio modulo o tempo pieno?

La scelta tra modulo e tempo pieno va calibrata sul bambino, tenendo conto delle sue caratteristiche e delle sue eventuali difficoltà. In particolare, la scelta del modulo è indicata per coloro che manifestano difficoltà di attenzione e di apprendimento, oppure che devono effettuare particolari terapie in orario extrascolastico. Il ‘tempo pieno’, invece, permette di stare di più in classe tutti insieme, soluzione, quest’ultima, che se da un lato favorisce un aumento di stress nei ragazzi, in particolar modo quelli che soffrono il distacco prolungato dalla famiglia, dall’altro predispone all’integrazione tra loro. L’importante è che se il bambino si trattiene di più a scuola, non sia subissato di ulteriori compiti da svolgere al di là del normale orario scolastico.

Un altro aspetto da verificare riguarda il metodo di insegnamento utilizzato: soprattutto in caso di Scuola Primaria, infatti, questo non deve essere di tipo ‘precoce’ rispetto alle normali potenzialità del bambino. A riguardo, gli esperti dell’Ospedale della Santa Sede suggeriscono di evitare istituti nei quali i professori marcino troppo spediti con i programmi da portare a termine. Per la valutazione finale circa la scuola da scegliere è, quindi, di fondamentale importanza verificare tutti questi aspetti parlando prima sia con i dirigenti scolastici, sia con gli insegnanti.

 

La Secondaria di Primo grado e il passaggio dalla maestra unica al corpo docenti

Spesso il passaggio dalle Elementari alle Medie si rivela problematico. Il consiglio è di individuare scuole vicine a dove si abita, in modo che i ragazzi socializzino anche al di là dei normali orari di lezione. Abitare vicino all’istituto, inoltre, svincola i ragazzi dalla necessità di essere per forza accompagnati dai genitori, consentendogli di raggiungere la scuola autonomamente. Rispetto a prima, infatti, al bambino è richiesta una maggiore indipendenza e, se il piccolo non è preparato psicologicamente, il momento può essere difficile. Mentre, infatti, nella Scuola Primaria il bambino considera la maestra unica come la figura materna supplementare dalla quale sentirsi continuamente approvato o disapprovato, in quella Secondaria, dove c’è un maggior numero di docenti, questo rapporto risulta invece frammentato ed è più complicato mantenere l’approccio ottimale con ogni professore.  

 

Dai 14 anni in su: condivisione fondamentale

Anche in questa fase di vita dei ragazzi, è importante che la scelta della Scuola Secondaria sia condivisa quanto più possibile. I genitori, spesso senza esserne consapevoli, tendono a consigliarli in relazione ai propri desideri piuttosto che all’effettivo orientamento dei figli. È necessario, invece, ponderare bene la scelta parlando insieme e ascoltando anche il parere degli insegnanti della Scuola Media appena conclusa. La fase di orientamento – concludono gli esperti di Psicologia Clinica del Bambino Gesù – è molto importante per la scelta dell’indirizzo scolastico che potrebbe condizionare, se non adatto, la salute psicologica dei ragazzi.

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