Arte, psicologia e musica

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Giovanni Bonini, Simona Sentieri, Arturo Virgoletti e Luisa Guidetti. Foto red

Venerdì 14 giugno p.v., alle ore 21, al Palazzo ducale di Castelnovo ne’ Monti, nell’ambito della mostra artistica “Terra di luoghi”, è in programma un’interessante serata che combinerà – in una “miscela” che si annuncia stuzzicante – arte, psicologia e musica: prima un dialogo tra la psicologa Ameya Canovi e Simona Sentieri, curatrice (nonché espositrice) della mostra, e poi un saggio degli allievi dell’Istituto musicale “C. Merulo” del corso di improvvisazione jazzistica del M° Tiziano Bianchi. Alla serata prenderà parte l’Assessore alla Cultura Francesca Correggi.

Ricordiamo che la mostra entro cui si situa questo doppio appuntamento abbinato con l’arte è ancora in corso e aperta fino a domenica 16 giugno p.v., presso i locali citati di Palazzo ducale di Castelnovo ne’ Monti, in via Roma, 12/B, con possibilità di visita nei seguenti orari: da giovedì a domenica dalle 15 alle 21. “Terra di luoghi” è il titolo della collettiva, curata da Simona Sentieri, che vede esposte opere di Giovanni Raffaele Bonini, Luisa Guidetti e della stessa Sentieri, con la partecipazione del liutaio Arturo Virgoletti.

Informazioni: tel. 0522610204-273, biblioteca@comune.castelnovo-nemonti.re.it

“La mostra racconta di una terra di luoghi. Ma i luoghi sono prima di tutto interiori. Pensati prima e poi espressi attraverso diversi linguaggi. Tre modi di comunicare attraverso il colore, le forme, i segni. La pittura di Luisa Guidetti è raffinata e ai limiti del figurativo. Paesaggi ai confini di un mondo irreale e imaginifico, dove lasciarsi trasportare dall’ignoto è facile. Giovanni Bonini attua una pittura maschile, ricca di colori sanguigni, vitali, mossi, ruvidi di legno e iuta, in cui sono racchiusi racconti antichi. Simona Sentieri dipinge attraverso una composizione che richiama la dimensione inconscia, dove nulla è scontato, spazio e tempo si sovrappongono e     compare sempre l’imprevisto. Come un arresto anomalo a cui ti costringe la vita, che ti porta a riflettere. Di Simona anche le poesie, squarci di pensieri aperti e sospesi. Affiancati da riflessioni brevi di Emanuele Ferrari, in prosa composta e intensa. Fotografie che accostano due ritmi diversi.

Una mostra cinestesica, dove suoni, parole e immagini riecheggiano in una location composta come una sinfonia. Gli echi dei passi dei visitatori sono accompagnati da poesie, liuti e viole, tele che urlano in silenzio paesaggi dell’anima o dell’inconscio, facendo riflettere chi guarda. Un percorso onirico, astratto e simbolico che lascia spazio ad ognuno di portare dentro all’arte se stesso.”

Ameya G. Canovi

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