Arriva a Padova il pane “sospeso”: 17 forni aderiscono



di Elvira Scigliano

PADOVA. Dopo il caffè sospeso napoletano, il pane sospeso padovano. Nella città partenopea lasciare un caffè pagato al bar per chi non può permetterselo affonda le radici nella generosità nobiliare ed è oggi una radicata abitudine. Nella città del Santo nasce dall’idea di 13 studenti di Psicologia, in seno al corso di “Psicologia di comunità” del professore Alessio Vieno. Il lancio dell’iniziativa è oggi e sono già 17 i panifici che hanno aderito: sette sono in centro (L’angolo del pane di piazza Mazzini, Il Mulino di via Alessi, Pane e focaccia di via del Santo, Focacciacaffè di via Gaspara Spagna, il panifici di via Belludi, via Rumena e via San Francesco, più cinque in forse); cinque all’Arcella (il fornaio Ravanello di via Selvatico, Giacobini di via Tiziano Aspetti, Jessica di via Antonio Bonazza, Arte del pane di via Pizzolo e Rizzo di via Zara); due alla Stanga (Miozzo di via Maroncelli e Arena di via Grassi); tre a Forcellini (Pane e fantasia di via Forcellini, fratelli Caltarossa di via Crescini e Eden del pane di via Crescini).

Il nome del progetto è “Pane in attesa” e vuole opporsi all’individualismo sfrenato, nemico di ogni comunità. Gli studenti vogliono avvicinare le persone alla condivisione offrendo la possibilità di compiere un gesto concreto in favore di un concittadino che ha bisogno, «contribuendo in tal modo ad accrescere il senso di comunità e il benessere personale e collettivo», si legge nella presentazione del loro lavoro.

L’iniziativa si articola in tre fasi: nella prima il cliente, dopo aver comprato il pane per sé, sarà invitato ad acquistarne uno in più che sarà lasciato in deposito al negoziante; nella seconda fase il panettiere segnalerà il pane “in attesa” con un segnaposto in bella vista sul bancone; quindi, terza fase, l’avventore successivo, se ne avrà bisogno, potrà ritirare il pane gratuitamente.

«L’iniziativa» sottolineano i ragazzi «si ispira ai pilastri fondamentali della psicologia di comunità, ovvero all’azione prosociale, vale a dire un’azione messa in atto a proprie spese da un individuo o da un gruppo, tesa a realizzare o a migliorare il benessere di un’altra persona o di un gruppo di persone o a ridurne lo stato di sofferenza, oppure a migliorare le relazioni».

Un linguaggio da manuale per dire che ogni giorno è un buon giorno per essere più buoni ed occuparsi degli altri. Da questa mattina i ragazzi distribuiranno 5mila volantini informativi; sono già stati affissi 100 manifesti e sono stati creati appositamente un sito internet (http://www.paneinattesa.altervista.org/) e una pagina Facebook https://www.facebook.com/paneinattesa?fref=ts).




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