Ansia: quale tipo ti appartiene?

Con la consulenza del professor ROBERTO BRUGNOLI, ricercatore di Psichiatria presso all’Università di Roma La Sapienza, II facoltà.

 

L’abitudine è quella di definire “ansioso” chiunque viva in uno stato di perenne preoccupazione, ma è semplicistico. È fondamentale che il medico faccia una diagnosi, perché solo così si può mettere in atto una terapia mirata, farmacologica, psicoterapeutica o entrambe. Ma è importantissimo che l’ansioso si voglia far aiutare, che arrivi al momento in cui decida di scrollarsi di dosso questo fardello che gli impedisce una vita normale. Esistono diversi tipi di disturbi d’ansia, esaminiamoli:

 

Ansia generalizzata

Questo è il disturbo più diffuso e caratterizza quelle persone che si preoccupano esageratamente di tutto. È a metà strada tra un tratto caratteriale e un vero e proprio problema. È autolimitante perché fa vivere chi ne è colpito sempre in allarme, sempre come se da un momento all’altro dovesse succedere qualcosa, con possibili pericoli o insidie ovunque. Si manifesta con palpitazione, respirazione accelerata, sudorazione, insonnia e comunque con una generalizzata sensazione di non vivere a pieno e serenamente la vita.

 

Disturbo da attacchi di panico

All’improvviso un attacco di ansia è talmente forte da diventare paralizzante. Alla sudorazione, alle palpitazioni, alla difficoltà di respirazione e a tutti gli altri sintomi fisici (neurovegetativi) si aggiunge il senso di morte, la paura che da un momento all’altro il cuore si fermi, che da quell’attacco non si uscirà vivi. È una sensazione talmente forte e devastante che da quel momento in poi si mettono inatto tutta una serie di strategie per evitare un nuovo attacco, quindi ci si isola, spesso ci si chiude in casa per paura che gli spazi aperti, i luoghi affollati, lo stare insieme agli altri possa nuovamente innescare un episodio di panico.

 

Ansia sociale o fobia sociale

È la paura di essere giudicato dalla gente e va molto al di là del desiderio normale di essere ben considerati dagli altri. Si manifesta, per esempio, con la paura di entrare in un bar e chiedere un caffè per il timore che tutti ti guardino, o che la voce produca uno strano suono. Impedisce di andare a una festa perché si teme di inciampare, di parlare inpubblico e balbettare. Lentamente quest’ansia così paralizzante porta all’isolamento dalla collettività, si sceglie di stare da soli e si rischia di cercare un illusorio conforto nell’abuso di alcool e di farmaci.

 

Disturbo ossessivo-compulsivo

Si verifica in presenza di ossessioni, paralizzanti e ripetitive. È la mania per l’ordine, la simmetria, la ritualità. La persona che ne è colpita pensa in continuazione se ha messo in atto strategie per avere il completo controllo della situazione. Controlla infinite volte se il gas è chiuso, se l’interruttore è spento, se la serratura è a posto, ecc. Trova conforto in ritualità che non riesce a interrompere, come lavarsi le mani infinite volte, ripetere un numero definitivo di volte lo stesso gesto prima di passare al successivo e così via. Tutto questo genera uno stato di infinita ansia che rende impossibile una vita normale.

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