Andrealuna Busdraghi: in Messico per studiare, amare e vivere


Ventitre anni, tanta voglia di sognare e di vivere in Messico dove può approfondire i suoi studi di psicologia, vivere una cultura che la affascina ed avvicinarsi di qualche migliaia di chilometro al ragazzo che ama

Ventitre anni, tanta voglia di sognare e di vivere in Messico dove può approfondire i suoi studi di psicologia, vivere una cultura che la affascina ed avvicinarsi di qualche migliaia di chilometro al ragazzo che ama.

 

Andrealuna, chi eri prima di questo grande cambiamento?
Ho studiato psicologia a Torino. Al secondo anno di Università ho scelto di partire per nove mesi in Erasmus a Oviedo, in Spagna. Lì ho capito per la prima volta quanto fosse grande, e allo stesso tempo accessibile, il mondo.

Tra studio, lavoro e compagni di viaggio ho stretto relazioni profonde e ho acquisito la pericolosa, ma affascinante, consapevolezza che ciò che desideravo era scoprire il mondo e allargare il più possibile il mio spazio di conoscenze.

Forse grazie alla mia innocenza ed alle mie ambizioni, ho avuto la spinta giusta per superare un po' le mie paure.
Anche un amore impossibile é diventato improvvisamente possibile e reale. Ad Oviedo ho conosciuto Diego: mi sono innamorata di lui e poi del suo paese.

In quel periodo stavo scrivendo la mia tesi di laurea sul supporto sociale come fattore di resilienza
nell’accompagnamento alla morte ed è proprio in Messico che ho trovato una cultura della morte molto diversa dalla concezione europea di una morte innominabile, di un tabú.

El dia de los muertos in Messico é la festa più allegra dell’anno.

A Cuneo ho mantenuto il contatto con il Messico lavorando nel Circolo Messicano “El Pistolero”, una sorta di seconda famiglia per me. A Febbraio del 2015 poi sono finalmente partita con l’intento di conoscere meglio a livello lavorativo il paese che mi affascinava tanto, occupandomi di bambini ipovedenti in una scuola elementare come volontaria ed al mio ritorno ho dato gli ultimi esami.

Come hai deciso di partire per il Messico?

È successo tutto all'improvviso.

La prima settimana di Giugno il dipartimento di psicologia dell’Universitá di Torino ha pubblicato un bando per l’assegnazione di una borsa di studio di sei mesi per una mobilità verso paesi extra europei e per mia grande fortuna tra questi vi era il Messico.

Un mese dopo ero già a bordo di un aereo, diretta verso un posto che pensavo di conoscere, ma che sto cominciando a scoprire soltanto ora, anche grazie alla mia attività accademica.

Non ho avuto bisogno di riflettere troppo a lungo prima di partire. Avevo di fronte a me la possibilità di approfondire i miei studi in un paese che da sempre amo.

La situazione in cui si trovano i giovani laureati in Italia oggi é drammatica e povera di possibilità.

Il vero coraggio ce l’ha chi resta, chi non si arrende e lotta per trovare il suo posto tra le macerie della crisi.

Quest’esperienza mi avrebbe permesso di mettere in pratica conoscenze che sarebbero invece rimaste nel cassetto ancora per molti anni se fossi rimasta. Vi é poi una sorta di curiosità, di spinta, un bisogno che abbiamo tutti a questa età di metterci alla prova per continuare a crescere.

Altro motivo, non meno importante, é stato sicuramente  l’amore e la voglia di avvicinarmi di qualche migliaio di chilometro al mio Diego;  e anche se continuiamo a vivere una relazione a distanza di 600 chilometri,  adesso è tutto più semplice e riusciamo a vederci almeno nei week end.

 


Di cosa ti occupi adesso?

Sto svolgendo un soggiorno di ricerca sotto la supervisione della Dottoressa Himke Hindrichs, anche lei figlia del nostro ateneo torinese, presso il Centro de Investigación Transdiciplinar en Psicología di Cuernavaca.

La ricerca riguarda la percezione di fattori psicosociali nel lavoro in cooperative sociali, nell’ambito della salute occupazionale. Si tratta di una ricerca sul campo che mi permette quindi di interagire in prima persona con i soggetti della nostra ricerca, immersi in un contesto unico: quello del no profit.

 


E nel tuo futuro cosa vedi?
Nel prossimo futuro? Un matrimonio, quello di mia madre!

Tornerò qualche giorno in Italia per accompagnarla all’altare e non vedo l’ora.

Per quel che riguarda il futuro meno immediato non escludo, invece la possibilità di proseguire gli studi in un posto diverso dall’Italia che mi permetta di crescere professionalmente, come sta facendo il Messico.

È facile per me sognare il futuro che vorrei, ma più difficile ovviamente la certezza che si concretizzi ogni mio desiderio.

Ciò che posso dire con sicurezza è con chi sarà questo futuro: so che qualunque cosa sceglierò avrò al mio fianco la mia famiglia e Diego.

Altra certezza sicuramente è la nostalgia che provo nel pensare alla mia città.

 

Cos'è Cuneo per te, oggi?

Cuneo sono le mie radici, sono i miei amici e la mia famiglia, e di tutto ciò sento la mancanza ogni giorno.

Ma come si suol dire: “Ali per volare e radici per tornare”.

Un caro ricordo legato ai giorni che di poco hanno preceduto la mia partenza, sono gli sguardi dei visitatori di Isola di Mondo.

Dall’altro lato dello stand del Messico spesso le persone mi chiedevamo cosa ci facessi lì, visto che chiaramente non ero Messicana.

Alla mia risposta frettolosa tra un margarita e l’altro “sono migrante anche io, ma al contrario”, la gente sorrideva, consapevole di quanto stia cambiando la nostra Cuneo.

Mi dispiace non poter essere parte di questo cambiamento, di non essere lì quando non avrà più paura di sentire parlare una lingua diversa dalla propria, ma so che pian piano sta imparando come godere delle proprie ricchezze e questo mi rende orgogliosa di essere una cuneese emigrata in Messico.

Giulia Manzone

Leave a Reply