Amore vero o dipendenza d’amore?


Nella dipendenza affettiva, ciò che viene sperimentato come amore diventa una droga

Cos'ė l'amore?

L’amore rappresenta il bisogno e la capacità di trascendere noi stessi e, insieme ad un altro, creare una realtà nuova. A volte, però, questo delicato equilibrio si altera creando una frattura tra il dare e il ricevere, tra il proprio confine e lo spazio condiviso. Se ciò accade, l'amore può trasformarsi da un'occasione di crescita e arricchimento ad una gabbia di dolore.

Questo è quello che succede quando si entra in una dipendenza affettiva.

Ė però d’obbligo una premessa quando si parla di dipendenza affettiva: ognuno di noi è dipendente in qualche misura dagli altri, ognuno di noi ha bisogno di approvazione, di empatia, di conferme e ammirazione da parte degli altri per sostenerci e per regolare la nostra autostima.

Dunque, la dipendenza affettiva è una forma di amore negativo caratterizzata da assenza cronica di reciprocità nella vita affettiva nelle sue manifestazioni di coppia, in cui un individuo, “donatore d'amore a senso unico”, vede nel legame con l'altra persona, l'unico scopo della propria esistenza e il riempimento dei propri vuoti affettivi, creando malessere psicologico e/o fisico, piuttosto che benessere e serenità, come dovrebbe essere.

L'amore nasce dall'incontro di due unità, non di due metà. Solo se si percepisce nella sua completezza è possibile donarsi senza annullarsi, senza perdersi nell'altro. Chi è affetto da dipendenza affettiva, non essendo autonomo, non riesce a vivere l'amore nella sua profondità e intimità.

La paura dell'abbandono, della separazione, della solitudine generano un costante stato di tensione e i propri bisogni e desideri individuali vengono negati e annullati sfociando in una relazione simbiotica. La dipendenza affettiva, diversamente da quanto a volte si manifesta all'evidenza, non è un fenomeno che riguarda una sola persona, ma è una dinamica a due.

A volte il partner del “dipendente affettivo” è un soggetto problematico, che maschera la propria dipendenza affettiva con una dipendenza da droga, alcol o gioco d'azzardo. In questo caso i problemi del compagno diventano la giustificazione per dedicarsi interamente all'altro bisognoso, non prendendosi il rischio di condurre un'esistenza per sé. Altre volte la persona amata è rifiutante, sfuggente o irraggiungibile, per esempio sposata o non interessata alla relazione. In entrambi i casi quello che seduce è la lotta: la dipendenza si alimenta del desiderio di essere amati proprio da chi non ci ricambia in modo soddisfacente, e cresce in proporzione al rifiuto.

La persona che ha una dipendenza affettiva di solito soffoca ogni desiderio e interesse individuale per occuparsi dell'altro, ma inevitabilmente viene delusa e il suo amore prende anche la forma del risentimento. Allo stesso tempo non riesce ad interrompere la relazione, amando troppo e non rendendosi conto che questo comportamento distrugge l'amore che richiede invece autonomia e reciprocità.

L'amore diventa quindi come una droga.

I sintomi più rilevanti per riconoscere questo problema possono essere: gelosia, vergogna, senso di inferiorità e rabbia nei confronti del partner, annullamento di sé, abbassamento dell’autostima e paura di solitudine, terrore dei cambiamenti, paura della lontananza e dell' abbandono, come della separazione.

In realtà, i sintomi possono essere ben più complessi e comprendono anche l’idealizzazione del partner, sottomissione caratteriale, tendenza ad assumersi colpe, bisogno di controllo nei confronti della persona amata, ansia ed attacchi di panico, pensiero ossessivo della perdita della dolce metà.

Cosa si può fare se si pensa di soffrire di dipendenza affettiva o se pensiamo che qualche nostro caro ne soffra?

Il primo passo verso il superamento del problema è riconoscere di avere un problema. Poi, si deve chiedere aiuto. Ė essenziale porre la propria salute e il proprio benessere come priorità su tutto il resto. La guarigione dalla dipendenza affettiva non prevede sempre l’allontanamento dalla persona che crea dipendenza, ma l’acquisizione dell’autonomia affettiva che manca, in modo tale che si creino dei rapporti realmente desiderati, sani, produttivi e non portati avanti soltanto per il pensiero di non poter esistere senza di essi.

Come scrive Robin Norwood, in "Donne che amano troppo": "Quando essere innamorate significa soffrire, stiamo amando troppo".

ernestina fiore

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