Lunedi, 10 Settembre 2012
hi c'era alle ultime Olimpiadi di Londra lo sa. Un gesto, uno sguardo, passarsi le mani tra i capelli prima del tuffo, scuotere leggermente la gamba prima di agganciarla al blocco di partenza. Piccoli rituali prima del colpo di pistola che servono a ricreare il clima di concentrazione e giusta tensione utile allo sportivo per affrontare al meglio la gara; gesti e riti che sono solo la punta dell'iceberg di una preparazione mentale che, ad esempio per la gran parte degli atleti giunti all'ultima olimpiade, è stata importante tanto quanto la preparazione atletica o muscolare.
E' questo ciò che accade quando, alle spalle di uno sportivo, c'è un preparatore mentale, qualcuno che sappia cogliere le dinamiche della psicologia dello sport, che sappia governare stress, tensione, concentrazione, ansia da prestazione. Qualcuno che abbia fatto, ad esempio, un percorso simile a quello che si studia nel Master di Psicologia dello Sport dell'Università Salesiana di Venezia, attualmente il primo e unico in partenza quest'anno tra le università italiane.
Abilità fisiche e abilità mentali. Dietro le medaglie d'oro non c'è dunque solo tecnica e allenamento. «C'è anche la preparazione alle abilità mentali proprie di uno sportivo: l'attenzione, la concentrazione, aspetti che hanno un influenza enorme sulla prestazione. Capacità utili non solo ai grandi campioni ma anche ai ragazzini per superare meglio un compito in classe a scuola: i ragazzi che fanno una buona attività sportiva riescono ad essere più attenti a scuola, ad organizzare meglio la giornata, a gestire lo stress e le situazioni di alta tensione».
Lo spiega la professoressa Marcella Bounous, preparatrice mentale alle ultime Olimpiadi di Londra di alcuni atleti del nuoto, del tennis, del judo e già al lavoro con una parte di loro per le qualificazioni alle prossime Olimpiadi di Rio. Psicologa dello sport, Marcella Bounous è anche la coordinatrice del nuovo Master di primo livello in Psicologia dello Sport dell'Istituto Universitario Salesiano di Venezia.
Primo biennio al via. Sono 15 per ora gli studenti iscritti quest'anno al primo biennio in partenza. Studenti che, approfittando della presenza del convitto nell'istituto salesiano, che si presenta come un vero e proprio “campus” universitario, hanno scovato la novità e sono giunti alla Gazzera da tutta Italia. «L'insegnamento universitario della Psicologia dello Sport c'è già da tanti anni nel corso di laurea triennale che si inserisce nella psicologia dell'educazione. Ma il nostro – conferma la coordinatrice Bounous – è il primo master in Italia, mentre all'estero sono già più avanti e le Scienze dello Sport sono una materia studiata anche a medicina, biomeccanica, scienze motorie». Al master oggi hanno accesso sia studenti usciti dalle lauree triennali di psicologia dell'educazione, sia da percorsi di laurea specialistica, oltre alla possibilità di frequenza in qualità di uditori, come è già avvenuto quest'anno nel caso di un allenatore professionista, desideroso di approfondimenti sui temi legati alla psicologia.
Il percorso in quattro moduli più tirocinio. «Il percorso è strutturato – continua la coordinatrice – in quattro moduli più un quinto legato ai laboratori. Il primo tratta l'Introduzione alla Psicologia dello sport e dell'esercizio fisico, il secondo modulo vede lo sport come ciclo di vita, dal gioco dei bambini alle attività motorie rivolte agli anziani. Il terzo modulo riguarda la psicologia dello sport nell'alto agonismo, mentre il quarto affronta le tematiche collegate alla pratica sportiva: l'handicap, l'alimentazione, il doping, fino agli sport estremi e ai casi di disturbi di personalità. Il percorso termina con i laboratori e un'esperienza di tirocinio».
Tutti gli sbocchi lavorativi. E le prospettive lavorative sono tante e diverse: uno sbocco privilegiato è il lavoro nel campo della formazione, ad esempio come educatori presso le amministrazioni locali nel settore delle politiche giovanili, oppure nella formazione dei dirigenti e degli allenatori delle società, fino alla creazione di progetti destinati ai genitori. L'utilizzo dello sport nei confronti di fasce d'età particolari o deboli, come avviene con persone con determinate disabilità, è un altro settore aperto ai psicologi dello sport; altre opportunità sono offerte dal collegamento sempre più forte tra sport e azienda nel gestire un team come una squadra o nella leadership, oppure nel settore della psicomotricità, o nel settore dei preparatori mentali degli atleti ad alto livello.
«Le figure esperte di psicologia dello sport sono ormai diffusissime, soprattutto in campo agonistico. Quello che manca in Italia però – conferma la professoressa Bounous – è la formazione. All'estero sono già avanti». I primi passi, in Italia, li stanno muovendo proprio qui a Mestre presso i salesiani.
Maria Paola Scaramuzza