Alla Asl 2 l’assistenza psicologica alle malate di tumore

Un percorso sperimentale di assistenza psicologica ai malati di tumore. E' questa la novità annunciata dal direttore sanitario della Asl 2 di Lucca, Joseph Polimeni, assieme all'associazione Silvana Sciortino, che ha permesso l'attivazione di una borsa di studio per una specialista che lavorerà per un anno nel reparto di oncologia dell'ospedale di Campo di Marte. Con un progetto denominato Le reazioni emotive e le strategie di coping della persona con diagnosi di tumore.
Una sperimentazione che riattiva, dopo un periodo di interruzione, il servizio di assistenza psicologia ai malati di tumore in ospedale, ritenuta fondamentale specialmente in un percorso così lungo e difficile da affrontare come quello di questo tipo di malattia. “La patologia oncologica - spiega Joseph Polimeni - infatti è cambiata molto. Da una componente acuta e subacuta, infatti, si sta sempre di più cronicizzando, cambiando il quadro oncologico della malattia. Come conseguenza è ancora di più necessario un approccio particolare per questi pazienti per ridurre il livello di distress psicosociale durante un percorso epidemiologico lungo grazie ad approcci personali e molto più continui nel tempo. Si tratta di una borsa di studio con durata annuale particolarmente importante in un periodo in cui le prospettive per la sanità pubblica non sono certo delle più rosee”.

“Di sicuro però - aggiunge Polimeni - non abbasseremo la guardia nei settori di emergenza/urgenza e di oncologia che devono passare immuni il più possibile dalla spending review in un periodo di 4 miliardi di euro del fondo sanitario nazionale. In particolare nell'oncologia valutiamo la possibilità di dare incarichi professionali e l'introduzione di macchine e strumentazioni. Gran parte del successo della cura, poi, dipende dal successo della relazione medico-paziente”.
“L'oncologia moderna - dice Editta Baldini, direttore del dipartimento oncologico della Usl 2 di Lucca - non può prescindere dallo psicologo che va a implementare il percorso terapeutico. Ora attiviamo questo percorso di sperimentazione e grazie al sostegno dell'associazione Sciortino, a dimostrazione che si può fare sperimentazione non solo nel campo medico e biologico”. “Una sperimentazione - ha aggiungo Patrizia Scarsini, direttore di Psicologia della Usl 2 - che apre la porta a qualità e percorsi di di vita diversi che non vanno a inficiare la qualità della cura”. A spiegare la sperimentazione è la psicologa terapeuta Francesca Maffei, vincitrice della borsa di studio: “L'impianto sperimentale - dice - approvato dal comitato etico prevede un preciso modello di lavori efficace e appropriato e rivolto a chi ha ricevuto una recente diagnosi di tumore e che va a toccare aspetti di identità fisica e sociale, con la necessità di un accompagnamento e di supporto psicologico. Si penserà alla identificazione con precisione degli aspetti in cui il paziente vive la difficoltà anche in gruppo, concentrandosi sulle donne affette da tumore ginecologico o al seno”. Un percorso di accompagnamento che potrebbe essere anche teso alla riduzione della richiesta di strumenti di conferma e di analisi per il progredire della malattia o per valutare gli effetti della cura e che potrà portare anche a una prevenzione rispetto all'uso di psicofarmaci”.
Soddisfatta anche l'associazione Silvana Sciortino, da sempre in prima fila nella lotta contro i tumori: “Dopo gli interventi per sostenere la ricerca nel lavoro sdi assisenza e di cura, sulla corretta alimentazione del malato oncologico, sulla sperimentazione della chemioterapia orale e sulle buone pratiche assistenziali del personale infermieristico, arriviamo a questo nuovo obiettivo, per noi importante perché fin dall'inizio della nostra attività abbiamo sollecitato la presenza dello psicologo nell'equipe di oncologia”.
Chiude con una riflessione il direttore Polimeni: “In tutto questo percorso - dice - è fondamentale l'azione anche del medico di medicina generale, uno attore fondamentale nel percorso di cura perché in grado di attuare strategie preventive e di seguire il paziente proprio in un periodo di cronicizzazione della malattia”. E di risorse scarse, che richiedono sempre di più un minore accesso dei pazienti agli ospedali e al pronto soccorso se non in fase acuta della malattia.
Il programma
Il progetto è partito da evidenze scientifiche e da alcune esperienze analoghe portate avanti all'interno di reparti di Oncologia di ospedali italiani ed internazionali. Tali studi dimostrano che nella patologia oncologica si verifica una condizione di distress, cioè una “risposta disadattiva patogena” dell'organismo: la diagnosi costituisce un evento acuto di grave entità che segna l’inizio di una condizione di malattia cronica che implica eventi stressanti protratti nel tempo (intervento chirurgico, cambiamenti del proprio aspetto fisico, trattamento e relativi effetti collaterali, cambiamento del ruolo sociale e familiare). Lo stato di distress nel malato oncologico è strettamente correlato ad aspetti psicologici che, se trattati, possono modificare l’ atteggiamento verso la malattia e l’aderenza al trattamento, migliorando così la qualità della vita. Gli aspetti psicologici che, secondo gli studi effettuati, hanno un ruolo nel processo di adattamento alla malattia oncologica sono: lo stile di attaccamento, lo stile di coping, la resilienza psicologica, la presenza e la percezione di supporto sociale e delle proprie risorse personali. Il modello di valutazione e di intervento che verrà adottato a Lucca è quello definito della “Bilancia dello stress” che analizza  la modulazione soggettiva dello stress come risultante delle dinamiche tra quattro fattori (richieste esterne, interne, risorse interne ed esterne) che possono essere così specificate: le richieste esterne (ad esempio la percezione della pressione ambientale, dell’impegno legato alla malattia ed alle cure); le richieste interne (aspettative e bisogni rispetto alla malattia); le risorse interne (ad esempio valutazione delle capacità e delle abilità personali nel gestire il carico fisico ed emotivo della malattia); le risorse esterne (ad esempio valutazione del sostegno e dell’aiuto ricevuto dai parenti, amici ed operatori sanitari).
Gli obiettivi del lavoro sono individuare un metodo clinico appropriato dal momento che i dati della letteratura risultano disomogenei per campione selezionato e tipologia di intervento; valutare la riduzione del livello di distress psicosociale (come misurato dalla Bilancia dello Stress) in pazienti con una prima diagnosi di tumore al seno o ginecologico dopo 4 mesi di trattamento psicologico (intervento di gruppo ed individuale); confrontare l'efficacia dell’intervento di gruppo versus quello individuale.
Le donne coinvolte nel progetto saranno divise in modo casuale in tre gruppi: 8-10 persone effettueranno il percorso di gruppo, altre 8-10 seguiranno il percorso individuale, mentre un terzo gruppo (che fungerà da controllo) includerà pazienti che non si sottopongono, durante il periodo della ricerca, ad alcun intervento di supporto psicologico.
Verranno svolti tre colloqui iniziali con ciascun paziente. Sia l'intervento di gruppo che quello individuale avranno una durata di 14 incontri con frequenza settimanale. La valutazione, attraverso la somministrazione della bilancia dello stress verrà fatta in fase iniziale, intermedia e finale e permetterà una lettura dei risultati di tipo quantitativo ed oggettivo. Grazie a questo studio verranno poi introdotti a livello organizzativo e gestionale alcuni cambiamenti in grado di rendere il percorso oncologico sempre più adeguato alle esigenze dei pazienti e di migliorare la qualità della vita delle persone che si trovano ad affrontare la patologia oncologica e le terapie ad essa legate.

Enrico Pace

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