Accumulatori ossessivi: in Italia sono 3-6 su 100

Accumulatori ossessivi: in Italia sono 3-6 su 100

Siamo abituati ormai a pensare all’accumulo di oggetti e acquisti vecchi di anni come un disturbo lontano dai nostri confini, anche grazie ai reality show che affollano i canali televisivi e che raccontano le vite delle persone che hanno la mania di conservare ogni oggetto e che alla fine vivono sepolte nelle loro stesse case. Ma il fenomeno interessa anche l’Italia.

A fotografare la situazione è lo psicologo e psicoterapeuta Alessandro Marcengo. In Italia soffrono di hoading disorder, cioè l’ossessione ad accumulare oggetti e vecchi ricordi, 3/6 persone su 100: numeri non ancora definiti perché spesso questo, che è un disturbo della sfera psichica del tutto unico, viene sottovalutato, classificato come una semplice stravaganza oppure nascosto dai familiari per imbarazzo.

Negli Stati Uniti c’è più attenzione sull’hoading disorder, e quindi un numero maggiore di diagnosi, perché molte case sono costruite in legno e vengono frequentemente sottoposte a controlli per valutare lo stato di sicurezza.

Ma come può essere spiegato l’hoading disorder? Non si tratta né di un’ossessione compulsiva né di una psicosi, ma di un disturbo del tutto unico che trova le sue basi in deficit cognitivi già esistenti, che interessa in modo verticale ogni fascia sociale e che esplode in un momento particolare della vita del paziente, scatenato da un trauma o da un evento particolare, e che molto probabilmente ha una significativa componente genetica.

Qualsiasi sia la causa, l’hoading disorder non va mai sottovalutato perché distrugge la qualità della vita di chi ne soffre: l’accumulo di oggetti riduce sempre di più lo spazio vitale, l’abitabilità degli spazi domestici che non possono più né essere vissuti né tantomeno puliti. Inoltre mina i rapporti familiari e sociali e la salute del paziente che si prende scarsa cura del suo habitat domestico, della sua alimentazione, del suo organismo.

Infine la confusione e il disordine che caratterizzano la vita del paziente gli impediscono di prendere in mano le questioni pratiche, anche le più semplici, come pagare le bollette, e il rischio è quello di andare incontro ad un dissesto finanziario.

Come intervenire se un proprio caro soffre di hoading disorder? Innanzitutto è importante sapere che bisogna coinvolgere uno specialista e non intervenire in modo autonomo, magari ripulendo la casa del congiunto gettando via tutto.

Per chi soffre di questo disturbo vedersi privato delle proprie cose, tanto gelosamente conservate, può essere un’esperienza traumatica e nei casi più gravi può spingere al suicidio, spiega l’esperto. Il percorso di guarigione non è semplice, il paziente deve prima di tutto ammettere con se stesso di avere un problema che vuole risolvere e poi dovrà affrontare una terapia cognitivo - comportamentale specifica.

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