A Natale anche quest’anno la stella condurrà i pastori alla grotta

Celebrare la nascita di Gesù, anche quest'anno, è un richiamo a riscoprire l'essenzialità della festa: ci ricorda una bellezza che portiamo dentro. E che poco ha a che fare con vetrine lucenti, nastrini e festoni di Angela Dassisti

Da qualche settimana siamo nel periodo dell'Avvento, il periodo dell'anno in cui tutti sono più buoni, generosi e gentili. Eppure i mass media ci bombardano con toni funerei e tristi circa l'economia, la disoccupazione, le tasse, episodi macabri e raccapriccianti di cronaca nera. Le luci sfavillanti del Natale vengono descritte come meno brillanti, rese opache da un velo di precarietà e pessimismo a causa della crisi. Non ci risparmiano neanche di ricordare che si tratta del periodo dell'anno in cui aumentano gli atti suicidari, poiché si acuiscono pensieri di tristezza profonda e svalutazione di se’, come a tirare le somme di una vita di disperazione in cui non si riesce ad aderire allo standard di un modello di società consumistico e autoreferenziale.

Ma siamo certi che il Natale sia rappresentato dai cenoni, dai regali, dai vestiti luminosi, da pailettes e luci colorate? Forse, come ogni anno, abbiamo la necessità di riscoprire l'essenzialità della festa, il significato di una nascita umile, lontana da sfarzi e falsità. Forse a Natale non è importante quante portate abbelliranno la nostra mensa, né la quantità di doni a sommergere il piccolo presepe ricavato all'ombra di un imponente abete. Forse a Natale non è importante il locale in cui festeggiare, il viaggio, l'abito perfetto o il look più glamour per la serata. L'ospite d'onore, infatti, non ha interesse per l'esteriorità della nostra persona, ma per i buoni sentimenti e per l'amore che abbiamo gli uni verso gli altri, accomunati dall'umana sofferenza e dalle vicissitudini della vita, distinti solo per le fattezze fisiche e le parole della lingua che parliamo.

Il Natale forse ha poco in comune con un bell'abito, nastrini e festoni, ma ci ricorda una bellezza che portiamo dentro, una speranza che nasce per donarci una forza nuova. Nonostante le nostre difficoltà, nonostante il freddo e il gelo, il buio e la disperazione, nonostante tutti i nostri errori e le nostre imperfezioni, questa festa ci offre l'opportunità di considerare e apprezzare la gioia dello stare insieme, la condivisione del proprio tempo, del proprio pane e della propria casa. A Natale è possibile appianare vecchi rancori, mostrarsi disponibili verso gli altri e riscoprire il candore del proprio cuore che farà risplendere i nostri volti e le nostre vesti.

A Natale ci viene donata una nuova speranza e nel buio della notte, lontano dal chiasso del superfluo una stella ci condurrà alla grotta e il nostro cuore traboccherà di gioia alla vista della luce. A Natale ognuno di noi può riflettere quella luce, a rischiarare il buio dell'anima e la sofferenza di un altro come noi. Non temiamo, siamo fiduciosi, poiché anche quest'anno, nonostante tutto, i pastori seguendo la stella giungeranno alla grotta e al cospetto della luce si inginocchieranno felici con la speranza nel cuore.

Buon Natale.

19 dicembre 2013

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