-
Negli ultimi anni, anche grazie all'affermarsi, nell'ambito degli studi di Psicologia del Lavoro, del paradigma della Psicologia Positiva, si parla sempre più spesso di "work engagement", inteso come il coinvolgimento che il lavoratore percepisce rispetto all'espletamento della propria attività lavorativa; in base al principio secondo il quale "un lavoratore coinvolto è un lavoratore più produttivo", sono molteplici gli studi che si concentrano sugli accorgimenti virtuosi da adottare nella gestione di un'azienda al fine di motivare i dipendenti ed assicurarsi elevati livelli di gratificazione, senso di appartenenza e, in ultimo, produttività.
Tali riflessioni non sono state sinora automaticamente riapplicate ad un altro settore di grande responsabilità, verticisticamente organizzato ed in fortissima espansione quale è attualmente il volontariato; i volontari, infatti, operano spesso in contesti particolarmente tensivi, orientati alla "produzione di servizi" e privi dell'incentivo economico che spesso rappresenta, per il lavoratore, la motivazione principale che lo fa alzare dal letto la mattina.
La domanda, evidentemente non oziosa, che un ricercatore può porsi è "Ma allora chi glielo fa fare?"
Prova a rispondere a questa domanda il professore Alessandro Lo Presti, docente il Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni presso il Dipartimento di Psicologia della Seconda Università degli Studi di Napoli, che con la ricerca "Cosa rende felici i volontari" intende individuare le variabili che "fanno la differenza" per chi sceglie, spontaneamente, di dedicarsi agli altri: desiderio di una gratificazione personale o scelta solidaristica, sono tante le spiegazioni ad un fenomeno in crescita e solo apparentemente controcorrente in un generale contesto di crisi economica, che ci fa apparire impensabile qualunque attività non adeguatamente monetizzata.
Lo stesso professor Lo Presti precisa che "tale progetto di ricerca non nasce con finalità esclusivamente accademiche ma anche sotto una spinta di carattere etico, nella misura in cui aiuterà a comprendere meglio come determinati fenomeni psicosociali impattano sulle esperienze dei volontari e, in ultima istanza, sulla qualità dei servizi di cui fanno dono al prossimo e alla comunità".
Il progetto della ricerca è stato immediatamente sposato dal Centro di Servizi al Volontariato "Asso.Vo.Ce" di Caserta, che ha favorito l'incontro dell'equipe di ricerca con le associazioni di volontariato locali con tre focus group territoriali – progettati appositamente per l'occasione - a Caserta, Santa Maria a Vico e Casal di Principe.
Asso.Vo.Ce – che ha già collaborato con il Dipartimento di Psicologia nella persona del prof. Lo Presti per la ricerca "Motivazioni e vissuti organizzativi: un'indagine sui volontari della provincia di Caserta" – ha come proprio obiettivo primario quello di promuovere il benessere del volontario e l'attenzione del contesto organizzativo ai bisogni dell'operatore; tale obiettivo, già perseguito attraverso l'erogazione di servizi e consulenze specifiche – nonché con delle ricerche ad hoc – si va ad ampliare e potenziare con questa nuova collaborazione. Il professore Lo Presti sottolinea d'altra parte la positività dell'esperienza precedente, sottolineando come "il CSV e le realtà di volontariato locali si siano dimostrate particolarmente sensibili al contributo che può dare la Psicologia, in questo caso quella del Lavoro, al miglioramento della qualità di vita delle persone e delle associazioni".
Le attività di ricerca, lungi dall'essersi concluse con gli incontri territoriali, proseguiranno nei prossimi mesi; i risultati della ricerca saranno diffusi non appena saranno disponibili.
Il presidente del CSV Asso.Vo.Ce Gennaro Castaldi si dice molto soddisfatto dell'iniziativa " Lo studio proposto dal Dipartimento di Psicologia della SUN nell'interrogarsi su cosa rende felici i volontari solleva un tema cruciale nell'attività delle associazioni impegnate sul proprio territorio. La comprensione delle spinte motivazionali è utile non solo per migliorare la mission dell'associazione, ma soprattutto per creare le condizioni per favorire l'ingresso di nuovi volontari, indispensabili per rendere più incisiva l'azione del volontariato, individuato quale antenna sociale anticipatrice dei bisogni sociali territoriali".
Open all references in tabs: [1 - 3]