Nato a Vicenza nel 1963, laureato al Dams di Bologna in Psicologia delle arti e udinese di adozione, Aldo Ghirardello è tra gli esponenti più originali dell’arte contemporanea friulana. ‘Percorsi di ricerca 1990-2015’ è il titolo dell’antologica che ripercorre la sua carriera – nel campo della pittura, della grafica e delle performance – e che da mercoledì 22 sarà ospitata a Udine, a palazzo Caiselli (inaugurazione alle 17.30) nell’ambito del programma di esposizioni che il Dipartimento di storia e tutela dei beni culturali dell’ateneo friulano dedica agli artisti che operano nel territorio.
Allestita negli spazi del palazzo, in vicolo Florio 2, e al suo esterno, l’esposizione sarà visitabile fino al 15 maggio, da lunedì a venerdì, dalle 8 alle 18.30. Dopo gli esordi negli anni ’80, con esposizioni nella ‘Casa del Mantegna’ a Mantova, all'Arte Fiera di Bologna, alla galleria ‘Diecidue Arte’ di Milano, alla ‘Romberg’ di Latina e al Trevi Flash Art Museum, nei decenni successivi Ghirardello ha sviluppato i suoi temi preferiti – in particolare, la quotidianità interpretata attraverso i corpi ritratti – in una lunga serie di collettive e personali.
Pittore “che trattiene gli istanti di una vita già avvenuta”, come scrisse Pino Roveredo qualche anno fa in un racconto breve dedicato ad alcune sue opere, Ghirardello ama soprattutto utilizzare immagini degli album di famiglia per portare in pittura una memoria individuale e collettiva cucita attorno alle prime fotografie domestiche: quelle cioè scattate dai padri degli anni Sessanta, che nella traduzione pittorica acquistano la dimensione di flashback, rievocando con struggente senso dell’ineluttabile nodi relazionali ed esistenziali, la caducità degli affetti, delle situazioni e delle cose.