Secondo quanto proposto da Tao dell’Istituto di Psicologia dell’Accademia Cinese di Scienze, l’uso di internet compensa bisogni ''spirituali'' nello sviluppo di identità, autostima e socialità.
Lo studioso cinese afferma infatti che in passato i giovani utilizzavo l’arte, la musica e lo sport per esprimere le proprie necessità e i propri sentimenti, mentre adesso giocano ai videogiochi e utilizzano altre funzioni di internet (chat/social network).
Da alcune ricerche viene fuori che gli internet-dipendenti mostrano alti livelli di solitudine e di difficoltà nel creare e mantenere relazioni intime; il web quindi servirebbe a superare questi ostacoli grazie alle sue caratteristiche specifiche quali distanza fisica e anonimato; ciò significa che frequentando di routine social network o gruppi virtuali l’individuo può sviluppare un livello di familiarità con gli altri membri tale da creare un senso di comunità.
Così come tutte le comunità, la cultura di un gruppo su internet ha i suoi valori, i suoi standard, linguaggio e simboli propri; col passare del tempo gli individui da una parte si conformano alle norme non scritte di questa porzione di web dall’altra formano relazioni in cui anche temi intimi e delicati possono venire fuori, essere ascoltati e accolti.
L’individuo prova così un senso di soddisfazione e di comprensione che non ha nella vita reale, cominciando così a preferire quella virtuale.
La funzione socializzante che un tempo era svolta dall’oratorio, dal campo di calcio, dal vicolo o dalla piazza viene sostituita dai luoghi virtuali. Nuovi tempi nuove modalità di incontro.
Dr. Romeo Lippi - Psicologo