ROMA - «Nessun errore del server». Dalla Sapienza smentiscono quanto affermato dall'Udu, l'Unione degli universitari, circa i 110
ragazzi esclusi dal test di Psicologia. Test che dava l'accesso, spiegano dall'ateneo, «al corso magistrale». I 110 sono esclusi dalla prova finale non per un errore ma perché non avevano i requisiti richesti.
«Il bando è molto chiaro - spiegano dalla Sapienza all'agenzia Dire -. Gli adempimenti per essere valutati ed essere messi in graduatoria erano due: fare la prova scritta iscrivendosi con il pagamento di un bollettino di 35 euro e formulare una domanda di verifica dei quesiti curriculari». I 110 ragazzi esclusi dal test «hanno dimenticato il punto B. Mentre gli altri 900 hanno fatto tutto correttamente. I 110 hanno saputo di aver fatto l'errore materiale alla scadenza della presentazione della domanda, quando i database si chiudono e sono venuti a protestare negli uffici. Ma non c'e' stato un errore del server, bensì un loro errore materiale. Ammetterli avrebbe aperto un contenzioso con chi ha fatto tutto bene».
Ora si sta ragionando sul da farsi, e visto che i posti non sono stati tutti coperti, si pensa però a una soluzione interna. Ovvero, la facoltà di Medicina e Psicologia che fa capo al Sant'Andrea potrebbe fare un secondo bando per coprire i posti che non sono andati esauriti.
L'Udu fa sapere di aver già conferito mandato «all'avvocato Michele Bonetti per la redazione di un atto di diffida a nome di tutti gli studenti». «Qualora - dice il Legale dell'Udu Michele Bonetti - l'Università non ottempererà entro 48 ore alla diffida dell'Udu depositeremo un ricorso al Tar del Lazio che possa ammettere direttamente tutti gli studenti al corso di studi o che possa permettere ai candidati la partecipazione alla prova selettiva».