All’Università di Manchester alcuni ricercatori hanno condotto uno studio sul concetto di “resilienza”, la capacità, grosso modo, di resistere allo stress. Ma la resilienza è qualcosa che si impara, o si nasce “resilienti”? È nella chimica del nostro cervello? E se ci manca, possiamo in qualche modo procurarcela?
Risponde Stefano Gheno, psicologo, presidente della Società Italiana di Psicologia Positiva
La resilienza è, originariamente, la capacità che hanno alcuni materiali di resistere a urti improvvisi senza spezzarsi; in psicologia, con questo termine si intende la capacità di resistere a circostanze sfavorevoli o traumatiche senza soccombervi, e magari diventando più forti. Si comprende quindi perchè, nel contesto fortemente stressante e competitivo, pieno di incertezze, in cui viviamo quello di resilienza sia un costrutto psicologico di grande attualità.
Per un certo periodo si è ritenuto che la resilienza fosse una capacità innata di alcuni individui, tipica dell’infanzia. Oggi si tende invece a considerarla una competenza che può essere sviluppata anche da adulti. Sono diversi gli “ingredienti” della resilienza, per esempio alcuni tratti di personalità e il possesso di buone risorse cognitive (intelligenza, problem-solving).
È possibile diventare resilienti rafforzando elementi come l’auto-efficacia, il sentimento di potere personale, la ricerca di senso. Anche la disponibilità di buone relazioni con gli altri e un certo sense of humor influenzano molto la nostra capacità di resilienza.
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