Potremmo definirla “sindrome da presa della corrente“. Come quando hai tre anni e qualche mese, tua madre ti lascia da sola per un abbondante decimo di secondo e per sentirsi in pace con se stessa ti responsabilizza: “mi raccomando, non infilare le dita nella presa della corrente”. Tu, grassa, traballante, tutta concentrata a schiacciare i pupazzi che fanno i suoni, non avevi neanche per l’anticamera del cervello di toccare quei poco attraenti fori allineati in qualche recondito angolo della stanza. Però lei ti dice di non farlo. Non hai bene idea di cosa siano le prese della corrente, non hai nemmeno idea di cosa sia la corrente, ma dallo sguardo allarmato che lei lancia a quello scatolino bidimensionale capisci che deve trattarsi proprio di lui. Perché non dovresti toccarlo? Cosa può succedere? Improvvisamente i pupazzi in poliestere perdono ogni sex appeal e la tua mente è magneticamente attratta da quella cosa che ti hanno detto di non fare.
Così con la carne. Ok, ci sono alcune differenze: non sei più così grassa e nemmeno traballante, hai sviluppato una certa capacità di raziocinio e sai benissimo cosa sia la carne rossa. E da poco sei anche a conoscenza di cosa potrebbe accaderti mangiandola. Già, perché social e testate online pullulano da una settimana di allarmanti articoli sul suo potenziale cancerogeno. I titoli ti hanno spaventato, le condivisioni influenzato, il fatto che il giornalismo viva di scandali (e il tuo essere tremendamente carnivora) ti hanno reso scettica. Alla fine la curiosità ha prevalso, e hai iniziato a documentarti per capire se si trattasse di una bufala in perfetto stile Il Lercio o di una vera ricerca scientifica. E con tuo orrore, sì. È una vera ricerca scientifica. Non sei convinta. Magari le testate italiane hanno capito male e tradotto peggio, dai un’occhiata a quelle estere ma niente. È proprio vero. Il consumo di carne rossa e/o lavorata può incrementare il rischio di sviluppare neoplasie maligne a colon, retto e prostata. La prostata non ce l’hai, gli altri due però sì. Quindi appena trovi un’intervista della World Health Organisation’s International Agency for Research on Cancer (IARC), che ha elaborato la ricerca, la leggi. E scopri, innanzitutto, che quella classificata nel gruppo 1, che include elementi per i quali c’è una “sufficiente evidenza di proprietà carcinogene”, è la carne lavorata. Si parla di hot dog, salsicce, prosciutto, carne in scatola, sughi pronti e compagnia. La carne rossa fa invece parte del gruppo 2, i cui elementi presentano una “limitata evidenza” delle stesse proprietà.