L’AQUILA - “È stato un Senato Accademico difficilissimo, con la tensione salita a livello di guardia” è quanto riferiscono dall’Udu Martina Cerroni, rappresentante degli studenti Psicologia, Valentina Ciaccio Presidente del Consiglio Studentesco e Chiara Juchich rappresentate Udu in Cda.
“Solo ieri pomeriggio - spiegano i ragazzi - la Rettrice ha trasformato la sua idea in una proposta concreta di delibera, senza dare agli organismi preposti la possibilità di discutere, né di esprimere il parere pur obbligatorio ai sensi dello Statuto. Un colpo di mano, come Udu non abbiamo avuto altra strada che far sentire la voce e le ragioni degli studenti improvvisando la presenza di una folta delegazione di studenti della triennale di Psicologia”.
La proposta della Rettrice prevedeva infatti il numero programmato locale alle triennali di Biologia, Biotecnologie, Psicologia, Scienze Motorie e alla magistrale di Psicologia, la magistrale più attrattiva di tutto l’Ateneo.
“Il clima è stato teso - spiegano i rappresentanti - perché la Rettrice e il Senato Accademico si sono rifiutati di far entrare ed ascoltare una delegazione di studenti, così come di sospendere per qualche minuto per un confronto con gli stessi. Una chiusura al confronto mai avvenuta negli organismi universitari. dell’ateneo aquilano. Alcuni membri del Senato hanno addirittura inteso minacciare, fotografando gli studenti presenti fuori la sala riunioni. Un metodo che stigmatizziamo duramente”.
“Non ci faremo mai intimidire, l’Ateneo è anche degli studenti, non solo dei baroni” hanno dichiarato.
Alla fine il Senato Accademico ha ritirato la proposta di numero programmato per la magistrale di Psicologia ed ha alzato da 300 a 400 posti il numero previsto per Psicologia triennale.
“Noi rimaniamo contrari all’introduzione del numero programmato locale, stigmatizziamo lo stravolgimento dell’iter accademico che si sta seguendo sui temi didattici, stigmatizziamo ancor più il ‘barricarsi’ del Senato Accademico - continuano - Incassiamo la vittoria sulla magistrale di Psicologia, salva solo grazie al nostro blitz”.
I rappresentanti dell’Udu hanno volute lanciare un messaggio anche alla città “ci preme allertare la città, perché mentre a parole sono anni che le autorità accademiche parlano di apertura con il territorio, sinergie, rinascita della città intorno all’università e di sintonia con il documento Ocse che prevede 30.000 studenti per salvare la Città, al contrario nei fatti, come denunciamo da soli da un anno, si sta tornando verso l’Ateneo da 18.000 studenti. Introdurre il numero programmato locale - spiegano - nell’anno del ritorno delle tasse universitarie, oltre a rappresentare l’ennesimo attacco al diritto allo studio della nostra generazione, rischia di far crollare il numero degli immatricolati all’Università dell’Aquila”.
“Continueremo - concludono i tre rappresentanti - localmente e nazionalmente, la nostra battaglia contro la lotteria del numero chiuso”.