Capi di Stato e di governo, attori, mamme con figli e finanche chi decide di immortarlare il suo ultimo istante di vita. Che il selfie abbia contagiato tutti è ormai assodato. Fino a parlare di "selfite" facendo sì che qualcuno parli addirittura di "malattia". Esagerazioni a parte, gli studiosi ora si chiedono se si tratta della moda del momento, e quindi passeggera, o se nasconda qualche bisogno psicologico. La scienza è all'opera per dare risposte. Ci sta provando anche una ricerca ad hoc dell'Università Cattolica a Milano, condotta dal team del professor Giuseppe Riva, docente di Psicologia e nuove tecnologie della comunicazione. E lui è netto: "Un selfie è da considerarsi differente da un semplice autoscatto, il quale non prevede la componente social della condivisione, e anche da un self-shot, termine che nel contesto dei nuovi media è arrivato a identificare le fotografie di sé stessi a tema erotico. La ricerca, tuttora in corso, ha tre obiettivi principali: in primo luogo, ovviamente, quello di comprendere per quale motivo le persone scattino così tanti selfie; ma anche capire se ci siano differenze tra uomini e donne in questa pratica, e infine analizzare le possibili caratteristiche psicologiche, dal punto di vista della personalità, delle persone che hanno l'abitudine di puntare verso sé stessi la fotocamera del proprio smartphone. Vediamo i dettagli.
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I risultati preliminari emersi finora hanno mostrato qualcosa di interessante: 150 partecipanti (35% maschi, 65% femmine), con età media di 32 anni, hanno completato un questionario sui dati anagrafici; uno sul loro utilizzo di social media, sull'attività del selfie e sulle motivazioni associate; il questionario Big Five Inventory per la misurazione dei tratti di personalità.
Perché "ti selfi"
Gli scopi riconosciuti all'attività del selfie sono soprattutto "far ridere e divertire gli altri" (39%), "vanità" (30%) e "raccontare un momento della propria vita" (21%). Emerge che i selfie si fanno non tanto per esprimere come sono o come si sentono (identità, aspetti interiori) bensì per raccontare agli altri con chi sono, dove sono e cosa stanno facendo (aspetti esteriori).
Le donne sono più selfie-dipendenti
Non può certo essere considerata una sorpresa il fatto che le donne amino farsi i selfie più degli uomini: le donne ne scattano infatti molti di più, e risultano più interessate alle motivazioni interiori. Inoltre, altro aspetto piuttosto prevedibile, affermano di sperare maggiormente di ricevere commenti positivi dagli amici sui social network, e temono più dei maschietti di ricevere commenti negativi.
Che ti passa nella testa?
Per quanto riguarda l'ultima domanda di ricerca, sono tre gli aspetti della personalità che risultano associati all'attività del selfie, spiega la ricerca in corso: "Le persone che si fanno selfie, rispetto a coloro che non se li fanno, appaiono significativamente più estroverse (ovvero più socievoli ed entusiaste, caratterizzate da elevate capacità sociali) e più coscienziose (ovvero più caute e capaci di controllarsi, con la tendenza a pianificare le proprie azioni piuttosto che ad agire di impulso)".
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