Scattone accusa: "Sono stati riabilitati anche gli ex brigatisti"

Roma, 11 settembre 2015 - Giovanni Scattone non insegnerà Psicologia all'Istituto professionale Einaudi di Roma, cattedra che gli era stata offerta nei giorni scorsi. Condannato per l'omicidio di Marta Russo, e scontata la pena, Scattone avrebbe potuto tornare in mezzo ai ragazzi con un contratto a tempo indeterminato. Ma ha rinunciato. Ieri il colpo di scena: "Se la coscienza mi dice di poter insegnare, la mancanza di serenità mi induce a rinunciare all'incarico"

In un'intervista al quotidiano Libero accusa: "In Italia insegnano altri condannati, a vario titolo, e sono stati riabilitati tanti ex detenuti che hanno avuto condanne perfino più pesanti della mia". "Penso ad ex brigatisti", prosegue, "a cui è stata data la ribalta dell'università, a intellettuali stimati e ben retribuiti, ai cosiddetti 'cattivi maestri' eletti in Parlamento senza troppo scandalo. Non voglio trascinare oltre il discorso, però oggi provo questa profonda amarezza e voglio solo essere lasciato in pace". 

Scattone ieri ha parlato di "dolore e amarezza" nel constatare che, di fatto, gli si "vuole impedire di avere una vita da cittadino normale". Nei confronti della famiglia Russo, dice di rispettarne il dolore. E di avere rispettato, "pur non condividendola, la sentenza di condanna". Quella stessa sentenza mi consentiva, tuttavia, di insegnare. Ed allora sarebbe stato da Paese civile rispettare la sentenza nella sua interezza. Ho sempre ritenuto - ha spiegato Scattone - che per essere un buon insegnante si debba anzitutto essere persona serena. Oggi, in ragione di queste polemiche, non ho più la serenità che mi ha contraddistinto nei dieci anni di insegnamento quale supplente: anni caratterizzati da una mia grande soddisfazione anche e soprattutto legata al costruttivo rapporto instauratosi con alunni e genitori. Ed allora - annuncia - se la coscienza mi dice, come mi ha sempre detto, di poter insegnare, la mancanza di serenità mi induce a rinunciare all'incarico per rispetto degli alunni che mi sono stati affidati".

La madre di Marta Russo, Aureliana, si è detta "soddisfatta, soprattutto per i ragazzi", e ha aggiunto che "è stata fatta giustizia". "Sono contenta per gli studenti", ha detto commentando la decisione di Scattone di rinunciare all'insegnamento, "che non avranno come insegnante una persona così inadatta ad essere educatore".

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