Sanremo: per l’Università delle Tre Età, ecco il racconto e le foto …


L'incontro era dedicato al corso di Psicologia dal titolo ‘La ricerca si sé’ iniziato il 31 ottobre scorso e tenuto dal Dott. Renato Barbruni

Venerdì 23 Gennaio 2015, nella Sala degli Specchi di Palazzo Bellevue, l’Università delle Tre Età di Sanremo, ha proseguito il corso di Psicologia ‘La ricerca si sé’ iniziato il 31 ottobre scorso e tenuto dal Dott. Renato Barbruni.

La Presidente Dott.ssa Forneris , lo ha introdotto ricordando che questo psicologo di formazione junghiana, è molto attento alla parte spirituale, all’anima ed infatti il tema della lezione è ‘I compiti della vita: tra necessità ed aspirazioni’.

Le tre dimensioni fondamentali dell’uomo, quella biologica , quella sociale e quella spirituale interagiscono e cambiano modalità nelle tre età dell’uomo che sono poi quelle che danno il nome alla nostra Università: fanciullezza, età matura ed età senile.

Le dimensioni umane si schematizzano con una piramide la cui base è la dimensione biologica , la parte mediana è la dimensione sociale ed il vertice è quella spirituale.

A dispetto della sua ridotta dimensione e dei forti condizionamenti che riceve dalla grande massa sottostante, la dimensione spirituale è proprio quella che distingue l’uomo dagli animali, di essa fanno parte la ricerca di senso, di giustizia e di verità che negli animali sono assenti.

Il Prof. Barbruni oltre che psicologo è anche appassionato d’arte e per meglio rappresentare i concetti fa spesso riferimento nelle sue lezioni ad opere d’arte che li esprimono in modo evidente. Così è per un quadro del pittore tedesco Caspar Friedrich dal titolo appunto ‘le tre età’, in cui un anziano col bastone si avvicina alla riva del mare preceduto da un uomo maturo mentre sulla spiaggia vi sono dei bambini ed in modo speculare vi sono piccoli battelli vicino alla riva poi una nave grande al largo ed un’altra che sta sparendo dall’orizzonte.

Nella fanciullezza la grande energia porta a sperimentare per provare emozione, piacere e per soddisfare la curiosità ed arrivare all’età matura è una aspirazione fortissima ed ha il fascino dell’ignoto.

L’età matura è una ricerca di consolidamento del proprio ruolo nella società, dell’identità e delle relazioni affettive oltre naturalmente all’impegno per la realizzazione professionale ma anche dell’impegno culturale e/o dell’aspetto edonistico.

Questa età è ben rappresentata da Ulisse di cui si parla nel Canto XXVI dell’Inferno. Le parole di Dante, descrivono un uomo preso dall ‘ardore a divenir del mondo esperto’, che gli affetti familiari non riescono a trattenere dal tentare l’impresa ‘per l’alto mare aperto’.

Un altro esempio è quello di Ernest Hemingway che nei suoi romanzi in gran parte autobiografici ‘Le nevi del Chilimangiaro’ e ‘Morte nel Pomeriggio’ rappresenta bene la volontà dell’uomo di dominare la natura , di lottare sempre per l’affermazione di sé.

L’età matura non è però solo concentrata su di sé, un altro esempio emblematico è quello di Albert Schweitzer.

Questo pastore luterano insegna teologia nella tranquilla Alsazia e si diletta a suonare l’organo, ma un giorno viene colpito da notizie drammatiche provenienti da una missione luterana nel Gabon in Africa.

Decide di fare qualcosa, perciò all’età di 38 anni si iscrive a medicina e si specializza in malattie tropicali coinvolgendo la moglie che diverrà infermiera.

Svilupperà la missione costruendo un vero e proprio ospedale a Lambarenè, superando pian piano la diffidenza degli indigeni ed anche difficoltà tutte europee come l’imprigionamento durante la Prima Guerra Mondiale in quando alsaziano e quindi allora cittadino tedesco.

Ma Schweitzer riprenderà testardamente fino all’età di novant’anni, la sua opera di medico e chirurgo a favore di popolazioni sfortunate e dirà che le sue dita amavano posarsi sui tasti di un pianoforte ma anche sulle carni di un lebbroso.

L’età senile è di solito un periodo di revisione della vita in cui si svolge un lavoro di rielaborazione della storia e della conoscenza favorito da un certo distacco dalle ambizioni che ci hanno dominato in precedenza e da una ritrovata intimità con sé stessi.

Questa fase non è senza contrasti e per fare un esempio il Dott. Barbruni è ricorso ancora ad Hemingway che nel suo romanzo ‘Il vecchio ed il mare’ rappresenta bene un uomo che non si rassegna alla perdita di ruolo sociale di famoso pescatore ed alla sua decadenza fisica e vuole compiere ancora un’impresa eccezionale catturando un grande pesce che però non riuscirà trascinare a bordo della sua barca e che finirà divorato dagli squali.

Tutt’altro esempio è quello tratto dal romanzo di Jean Giono ‘L’uomo che piantava gli alberi’ in cui descrive la vicenda di un uomo ormai anziano rimasto vedovo che si ritira sulle alpi provenzali e comincia a piantare sistematicamente nuovi alberi, interrando almeno 100 ghiande ogni giorno.

Per decenni continua questa attività sviluppando delle vere foreste che trattengono l’umidità e dove i ruscelli inariditi riprendono a scorrere.

Le popolazioni vicine attribuiscono i cambiamenti a fattori naturali e comunque ciò favorisce il ripopolamento di queste zone un tempo abbandonate, e persino lo stato interviene stabilendo norme per la protezione della nuova foresta senza conoscerne l’autore.

Questa senso di continuità della vita che l’uomo con tutti i suoi limiti ama immaginare e che non lo abbandona anche quando le sue forze diminuiscono è la molla della conoscenza che anche in età senile si può sviluppare come l’orizzonte che si amplia mano che saliamo in vetta alla piramide della vita.

E’ possibile consultare facilmente il programma delle prossime lezioni e dei corsi tematici nel sito www.unitresanremo.it

Roberto Barbaruolo

C.S.

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