Rimandare il momento del sonno può essere espressione di problemi di autoregolazione
Essere 'procrastinatori del sonno' cioè rimandare il momento in cui andare a dormire nonostante nessuna circostanza esterna ce lo impedisca. La definizione si deve ad un gruppo di ricercatori dell’Università di Utrecht che sull’argomento ha condotto uno studio pubblicato sulla rivista Frontier in Psychology.
Obiettivo: esplorare il fenomeno, cercando di capire quanto sia diffuso, quali siano i motivi e se sia collegato a un certo stile di vita. Gli scienziati hanno intervistato 177 persone su Mechanical Turk e hanno chiesto loro di valutare, con una scala da 1 (quasi mai) a 5 (quasi sempre) quanto fossero corrispondenti al vero le seguenti affermazioni:
- vado a letto più tardi di quanto vorrei;
- vado a letto presto se devo svegliarmi presto al mattino;
- quando arriva l’ora di spegnere le luci, lo faccio immediatamente;
- spesso inizio altre attività quando sarebbe ora di dormire;
- mi distraggo facilmente quando vorrei andare a dormire;
- ho un sonno regolare;
- riesco facilmente a interrompere quello che sto facendo se è ora di andare a letto.
Sono state poi raccolte informazioni demografiche sui partecipanti, sulle loro abitudini generali, sugli orari di sonno e sulla stanchezza avvertita durante il giorno. E si sono presi in considerazione autocontrollo, consapevolezza e impulsività.
Così da un’analisi dei risultati è emerso che la procrastinazione del sonno è un problema associato ad altri problemi di procrastinazione e da disturbi dell’autoregolazione. La procrastinazione del sonno però non indica la mancanza di voglia di dormire, bensì l’incapacità di lasciare le attività in corso. Dunque è essa stessa causa del sonno insufficiente.