Resilienza e promozione della salute
Eventi di vita particolarmente stressanti come per esempio la malattia grave/invalidante, la disabilità, il licenziamento, il divorzio, la morte di un caro, una catastrofe naturale, sottopongono il singolo a coefficenti di pressione dall’esito non sempre positivo.
Negli individui esistono, però, particolari risorse in grado di offrire la possibilità di proteggersi, di continuare a mantenere la propria integrità, di costruire e aprirsi al mondo, nonostante le condizioni avverse incontrate. In psicologia questa capacità dell'uomo di affrontare le avversità della vita e di superarle così da uscirne rinforzato e addirittura trasformato positivamente, viene descritta con il processo di resilienza.
Questo, trattandosi di un processo dinamico e positivo che comporta la modifica della visione che le persone hanno di sè e degli altri, costituisce sia un fattore di protezione sia di promozione della salute.
Per lo studioso Rutter (1985) la resilienza è infatti riassumibile come quella capacità di svilupparsi in modo accettabile a dispetto di uno stress. Ecco alcuni fattori rilevati come promotori di resilienza:
- ottimismo (Scheier, Carver, 1992)
- autoefficacia (Bandura, 1997)
- processi di supporto sociale (Cutrona, Russell, 1990)
- dimensione di senso (Reker, Chamberlan 2000, Antonovsky, 1987)
- resistenza allo stress
- locus of control (attribuzione interna o esterna che si ha nel controllare gli eventi)
- spiritualità
- autonomia
- capacità di risolvere i problemi
- intelligenza emotiva (capacità di gestire sentimenti forti e impulsi).
La resilienza è un tratto che non è che si ha o non si ha: tutti possiamo esercitare e sviluppare comportamenti, azioni, pensieri resilienti. Individui, famiglie, gruppi, intere comunità e popolazioni possono sviluppare processi di resilienza.
Come sviluppare la resilienza agli eventi di vita stressanti
Lo sviluppo della resilienza è un processo individuale personale. Non tutte le persone, infatti, reagiscono alle stesso modo agli eventi di vita traumatici. Un percorso che funziona per una persona potrebbe non essere altrettanto efficace per un’altra. Questo perché a persone diverse corrispondo strategie diverse. Inoltre, (aspetto interessante) la resilienza è legata alla cultura di riferimento.
Le ricerche condotte all’interno dell’IRP (International Resilience Project, 2006) sottolineano l’importanza degli aspetti culturali e contestuali della resilienza, mostrando come di fronte alle stesse avversità culture diverse adottino differenti strategie (Manetti, Zunino, Frattini, Zin).
- Sviluppare una buona rete sociale
Molti studi hanno dimostrato che impegnarsi a mantenere e curare buoni rapporti con i familiari stretti, amici o altri, consente di ricevere aiuto e sostegno fondamentali nei momenti di particolare difficoltà. Una solida e ampia rete di rapporti interpersonali è in grado di fornire un ampio spettro di supporto emotivo, informativo e materiale utile a rafforza la resilienza stessa. Inoltre, è noto l’effetto primario che il sostegno sociale (descritto da Cohen-Wills, 1985) ha sul benessere individuale, in quanto questo comporta l’acquisizione di modalità di difesa appropriate, lo sviluppo di determinate competenze personali e aiuta a mantenere bassi livelli di stress (effetto buffering o tampone)
- Accettare che il cambiamento è parte della vita
Certi obiettivi, per le mutate condizioni, possono non essere più raggiungibili: riconoscere che alcune situazioni non sono modificabili in alcun modo può aiutare a concentrarsi sugli aspetti che invece possono essere gestibili.
- Vedere la crisi come un possibile evento interveniente
Non possiamo cambiare il fatto che durante il percorso della nostra esistenza ci siano cadute, difficoltà e ostacoli. Quello che possiamo però cambiare è il modo con cui interpretiamo e viviamo questi episodi.
- Intraprendere azioni concrete
Anziché cercare di fuggire o evitare lo stress è importante mantenere una posizione partecipativa che permetta di intravedere le possibili soluzioni all’orizzonte.
- Cercare di mantenere un atteggiamento il più possibile fiducioso e positivo globale
- Coltivare uno spazio per la cura di sè e dei propri interessi
- Cercare occasioni di crescita e di sviluppo personale
E’ stato rilevato che eventi di vita stressanti e traumatici possono dare vita a occasione di scoperta di sè e del proprio potenziale. Eventi assolutamente imprevedibili per la loro drammaticità e intensità possono favorire percorsi esistenziali nuovi e molto ricchi. Sono diverse le biografie scritte a tal proposito.
In questo contesto il concetto di promozione della salute che la Psicologia della Salute propone è, non tanto di costruire dei ponti per far sì che le persone evitino di cadere nel fiume della vita, ma di aiutarle ad imparare a nuotare in esso. Così come proposto dal modello salutogenetico di A. Antonovsky la salute e la malattia devono essere considerate come aspetti della stessa medaglia, non l’uno escludente l’altro.
A cura di:
Dott.ssa Simona D’Arcangeli
Psicologa-Psicoterapeuta
Specialista in Psicologia della Salute
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