Spesso capita di sentir dire in giro "che bello!", "fantastico!", "mi piace!", ma credo che molti non sappiano il lavoro che c'è dietro, per far in modo che il consumatore finale possa esclamare "wow!". Queste ricerche logicamente non sono esternate pubblicamente e il motivo è scontato senza il bisogno che sia io a dirlo, le corporate come le chiamano negli USA investono continui capitali nella ricerca e nell'analisi delle dinamiche psicologiche che muovono i consumi, ciò che adesso vi chiederete è se veramente ciò che comprate lo volete veramente o se sono altri a farci comprare ciò che vogliono. Di seguito ci sarà modo di capire cosa avviene a livello inconscio nella nostra mente nel momento in cui ci fermiamo ad osservare un oggetto/prodotto.
Nell'era del consumismo dove l'apparire è anteposto all'essere, credo che informare sia il minimo che si possa fare, affinché la nostra realtà attuale sintetizzabile in "siamo quel che abbiamo" venga ribaltata e che il mondo dei consumi venga vissuto con cognizione, impedendo, come in tanti casi accade di essere risucchiati (anche se adesso per fortuna con la crisi e la recessione dei consumi ahimé molti "leccano la sarda") dall'ingranaggio consumistico che sembra essersi inceppato soprattutto per gli acquisti di impulso, rispetto gli anni passati.
Il consumatore determina delle scelte estetizzanti per stabilizzare il proprio Io, operando in una condizione di discontinuità, pluralità, disordine, ambiguità, paradosso, molteplicità delle verità, fluidità, libertà, in una situazione dove la componente emotiva gioca un ruolo importante, l'individuo non è caratterizzato da un accentuato pragmatismo e non valuta più le sue scelte sulla base di antiche dipendenze dalla marca.
L'integrazione, quindi, di concetti psicologici ed economici, ben spiega il processo di decision-making. La figura dell'uomo consumatore, in ambito postmoderno, è quella dell'"homo aesheticus"; un individuo che, animato dalle emozioni inventa una nuova socialità coerente con il quotidiano. E' il passaggio, da "homo œconomicus", teoria secondo cui l'individuo è concepito come "idealmente razionale", a "homo neurobiologicus", la cui natura sociale ed economica deriva dall'interazione tra lui e il mondo. Le scelte, in breve, sono anche vincolate alle emozioni di questo individuo e vengono distorte o vincolate alle "emozioni" e agli "istinti".
Le parti che sembrano essere incaricate per questo processo sono: