Psicologia: quando l’anziano riscopre le emozioni
Pubblicato il agosto 28th, 2015 da Grazia Musumeci
La cura degli anziani va molto di moda, oggi, in Italia. Ovviamente per via dell’aumento della popolazione sopra i 60 anni di età, si investe su questo settore. Ma per assistere gli anziani si deve essere almeno un po’ competenti. Sapere di medicina (tanto) e di psicologia. Ad esempio, aver cura di un “nonno” significa anche imparare l’importanza del contatto fisico.
Quando la persona arriva alla terza età avanzata (oggi intendiamo sopra i 75 anni) diventa molto più spontaneo e istintivo e si affida di nuovo, moltissimo, ai gesti. Consapevole delle proprie emozioni cerca il modo di esternarle dato che spesso non sa più esprimerle a voce. In altri casi, invece, si sente bloccato e non riesce a esprimersi affatto. Dipende anche dalle malattie di cui soffre. In entrambi i casi, gli anziani sembrano estraniarsi, chiudersi in se stessi, allontanarsi. Come riportarli nel cerchio dell’empatia?
Per prima cosa, stimolando il contatto fisico, con carezze, mani sulle spalle, gestualità ravvicinata; in secondo luogo, stimolando la memoria e le emozioni; infine, imparando di nuovo a condividere quel che si prova, con le parole oppure con le mani. Gli esperti sanno come stimolare questi contatti, usando per esempio il lavoro manuale, l’arte, i colori, uniti al dialogo. L’anziano viene invitato a dare un colore alla propria emozione e, dopo averlo stabilito, a usarlo sulla carta. Oppure viene invitato a descrivere con sensazioni di calore o fresco quel che sente dentro e poi a toccare per riprodurre. In questo modo si mantiene attento il suo cervello, si riscopre l’arte di comunicare e allo stesso tempo non si traumatizza il paziente … lo si guida dolcemente verso una realtà che per un attimo era sembrata sfuggirgli.
Tag:benessere, Forma fisica, Salute
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