Anche se si parla molto di pedofilia e stupri nella cronaca, si affronta davvero poco nello specifico ciò che accade al bambino o alla donna che si trova ad essere vittima di un abuso sessuale. Si tratta di un tema delicato, spesso affrontato con le pinze, e che necessita di un supporto di tipo psicologico davvero forte. Questo perché purtroppo, oltre alla violenza di per se stessa, talvolta a questo stato di cose seguono episodi di plagio.
Cerchiamo di entrare un pochino di più nello specifico. L’ispirazione in qualche modo ce lo da il libro “Il mio Corpo” di Maria Iori. Un libro autobiografico nel quale la donna, ormai cresciuta, rivive e mette nero su bianco una infanzia passata tra abusi psicologici e fisici, portati a compimento dal padre e dai suoi parenti di sesso maschile.
Purtroppo non si tratta di storie “isolate”. Spesso e volentieri, per una persona che ne parla, come questa ragazza al suo esordio letterario, ve ne sono cento che tacciono la propria condizione. Quando si è bambini, e si ha a malapena coscienza del bene e del male, è molto facile essere annientati psicologicamente da personalità adulte e più forti. Ed è proprio quello che accade nella maggioranza di questi casi. Si crede che determinati “giochi” siano normali se a metterli in atto sia una persona che dovrebbe volerci bene come nostro padre o qualsiasi altro parente. E quando ci si rende conto che ciò non va bene, quando si incomincia ad uscire da queste particolari situazioni di plagio, il proprio animo ne viene annientato a tal punto che si cerca in alcuni casi, specialmente se nel frattempo si è raggiunta una certa età, di mettere fine alla propria sofferenza interiore con gesti inconsulti.
Abbattendo in maniera estrema la propria autostima, cercando l’annullamento. Cosa fare quindi? Il punto cardinale per uscirne, sebbene con fatica e con il tempo, è contare su un supporto psicologico serio e professionale, che aiuti il bambino, o la persona ormai adulta ad capire che la colpa di tutto non consta in lei, ma nella persona abusatrice. Che si può rimanere vittime di plagio ma non per questo bisogna colpevolizzarsi.
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