Nello sport fondamentale importanza, poiché occupa gran parte della pratica sportiva, viene data all’allenamento, il quale spesso si concentra su tre aspetti fondamentali quali: la tecnica, la tattica e l’aspetto fisico-motorio per quella determinata pratica sportiva.
Intorno agli anni ’60, però ha cominciato a svilupparsi un nuovo tipo di allenamento: l’allenamento mentale o mental training, attraverso il quale le abilità mentali, al pari di quelle fisiche e quelle tecniche, possono essere apprese, sviluppate e soprattutto perfezionate, dando un contributo notevole per il miglioramento della performance sportiva.
Il mental training dovrebbe diventare una componente fondamentale dell’allenamento quotidiano, in modo che l’atleta professionista o amatoriale, può contare su una triplice forma di allenamento:
1. preparazione tecnica (fatta dall’allenatore/istruttore/tecnico)
2. preparazione fisica-atletica (fatta dal preparatore tecnico)
3. preparazione mentale (fatta dallo psicologo dello sport)
Ma che cos’è l’allenamento delle abilità mentali?
Banalmente possiamo dire che l’allenamento mentale nello sport è un insieme di tecniche per essere concentrati durante la gara, caricarsi psicologicamente in un momento specifico della gara che richiede una maggiore attivazione e un maggior dinamismo, affrontarla con il giusto atteggiamento gestendo lo stress prima, durante e dopo l’evento sportivo; “consiste nel sistematico e specifico allenamento di abilità mentali e psicologiche con lo scopo di migliorare la performance, aumentare il divertimento e raggiungere una crescente soddisfazione per le proprie attività fisiche e sportive” (Weinberg Gould, 2007).
Oggi si ritiene che i programmi di preparazione mentale, proposti in letteratura , prevedano l’allenamento nelle seguenti abilità:
• Goal Setting
• Pratica mentale e Self-talk
• Controllo dell’arousal
• Gestione delle emozioni
• Allenamento della concentrazione
• Strategie di preparazione alla gara.
• Aumento della tenacia mentale (l’abilità dell’atleta di focalizzare l’attenzione, di riprendersi da una sconfitta, di gestire le pressioni e le emozioni di una gara, di persistere nelle difficoltà e di essere resilienti (Bull, Shambrook, James Brooks,2005)).
Nei settori giovanili, la performance è importante ma non è l’unico elemento, infatti in questo caso la psicologia dello sport è orientata diversamente; non si parla più solo di miglioramento della performance ma soprattutto di benessere psicologico dei piccoli sportivi, con lo scopo di creare un ambiente dove ogni ragazzo può crescere divertendosi senza però minare l’autostima, ma al contrario la palestra, il campo o la piscina, diventano luoghi di scambio, di crescita, di confronto e di socializzazione. Lo psicologo dello sport insieme alla società, lavorano per porre quindi le migliori basi affinchè piccoli sportivi possano diventare un giorno grandi campioni, creare ambienti favorevoli per contrastare l’abbandono sportivo, oppure un luogo dove sperimentare che dopo le sconfitte ci si può rialzare ed essere più forti di prima, o ancora coltivare una passione imparando il significato dei sacrifici e dell’impegno….. insomma attraverso lo sport si può insegnare a vivere.
Dott.ssa Sara Di Salvatore
Psicologa clinica e della salute
Psicologa dello sport