Psicologia dei sogni: To sleep, perchance to dream

Psicologia dei sogni. E' un fatto ormai risaputo che un terzo della nostra vita lo trascorriamo dormendo: la fase del sonno rappresenta una porzione fondamentale della nostra esistenza, e l'importanza che ricopre abbraccia molteplici ragioni. Il sonno consente infatti al nostro cervello di riposare, di “resettare” l'attività della giornata trascorsa per prepararsi a quella del nuovo giorno che sarà, e di rielaborare i contenuti di realtà e inconscio attraverso l'attività onirica.
Per il loro carattere suggestivo e a tratti difficile da rincondurre alla mera realtà,
i sogni hanno sempre rappresentato un importante centro d'interesse nella vita dell'uomo: ogni cultura, dalle più antiche alle più recenti, si è posta degli inetrrogativi in materia onirica, arrivando a sviluppare una propria semantica e una mistica dei sogni, all'interno delle quali organizzare i significati e i messaggi a essi attribuiti.

Le diverse tipologie di sogni. Tra i più grandi studiosi dei sogni troviamo anche lo psicanalista e antropologo svizzero Carl Gustav Jung, sostenitore della teoria secondo la quale attraveso i contenuti simbolici di sogni e manifestazioni dell'inconscio si può evincere la presenza di un contenitore psichico di significati universali, da lui definito inconscio collettivo. Esso comprende gli archetipi, ovvero forme e simboli simili tra loro che si ripetono e tornano, a prescindere della matrice culturale d'appartenenza: sulla base della ciclicità simbolica e della frequenza con cui tali simboli si ripropongono, Jung ha potuto stabilire una generica suddivisione dei sogni in “macrocategorie”. Così, ci sono ad esempio i sogni di confine, strettamente legati alle attività svolte durante la giornata, e che si presentano alla mente non appena ci addormentiamo; i sogni saggi, che sottoponendo l'Io dormiente a situazioni difficili tendono a istruire l'Io cosciente sul giusto modo di gestire la propria vita; i sogni ricorrenti, che compaiono in maniera frequente e rappresentano i modelli mentali “cristallizzati” del sognatore; i sogni ombra, che tendono a mostrarci le porzioni del nostro Io che tendiamo ad allontanare e a escludere dalle nostre attività coscienti. E poi ci sono i sogni lucidi.

I sogni lucidi.
Ma cosa s'intende esattamente, per “sogno lucido”? Il significato del termine è da ricondurre a quello di onironautica, parola coniata dallo psichiatra e scrittore Frederik van Eeden per indicare un'esperienza durante la quale si può prendere coscienza del proprio trovarsi in un sogno. Tale esperienza è appunto chiamata “sogno lucido” e in questa dimensione l'onironauta, ovvero il sognatore cosciente, può con la pratica esplorare e modificare il proprio sogno a suo piacimento. L'esperienza dei sogni lucidi può essere utile in moltissimi campi, come il problem solving, lo sviluppo della creatività, il rafforzamento dell'autostima, la capacità di affrontare paure e inibizioni. Per tale ragione, i sogni lucidi sono argomento di studio per gli psicologi, ma attraggono anche l'interesse degli artisti e in particolare quella dei registi cinematografici.

I sogni nel cinema e nella letteratura. Sì, perché quale realtà potrebbe riuscire a dare una forma e una dimensione tangibile ai sogni meglio di quella cinematografica?
Da sempre l'attività onirica si è resa protagonista dei pensieri e delle opere immortali di molti
scrittori e poeti: basti pensare a Shakespeare che nel suo Sogno di una notte di mezza estate incentrò le vicende di un'intera opera sul complicato rapporto tra sonno e veglia, tra realtà e magia.
Ma non mancano neppure i registi che hanno scelto di raccontare le loro storie proprio a partire dalla dimensione onirica: tra i tanti,
Vanilla Sky di Cameron Crowe, con protagonisti Tom Cruise, Cameron Diaz e Penélope Cruz. Al di là dei sogni, diretto da Vincent Ward e interpretato da un indimenticabile Robin Williams. Oppure, esempio più recente e forse più calzante in tema di sogni lucidi, Inception di Christopher Nolan, che vede protagonista Leonardo Di Caprio
Sono solo alcuni degli esempi di commistione tra cinema e sogno. Perchè sognare, alla resa dei conti, piace a tutti. A occhi chiusi, come davanti a una pellicola.

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