I pazienti ansiosi possono trarre maggiori benefici dalle parole rispetto che dai farmaci. Ecco cosa emerge da una nuova ricerca.
Psicologia: per combattere l’ansia, meglio usare farmaci o parole? A quanto pare a dare migliori effetti sarebbero proprio le parole, ed a suggerirlo è un nuovo studio condotto dai membri dell’Édouard Herriot Hospital e presentato in occasione del meeting annuale ANESTHESIOLOGY, secondo cui i pazienti ansiosi che devono sottoporsi a degli interventi chirurgici potrebbero trarre maggiori benefici dalla cosiddetta "ipnosi conversazionale", piuttosto che dai farmaci per l’ansia. Prima di un intervento, l’approccio più comune consiste infatti nel somministrare dei farmaci per rilassare il paziente, in attesa che venga somministrata l’anestesia.
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Tuttavia, l'ipnosi conversazionale, che consiste nel parlare tranquillamente e in maniera positiva al paziente, permettendogli di concentrare l'attenzione su qualcosa di diverso dai preparativi per la chirurgia e la procedura di anestesia, sembrerebbe offrire grandi vantaggi e benefici per i pazienti.
Per giungere a tale conclusione, gli esperti hanno confrontato i risultati ottenuti mediante la conversazione, e quelli riscontrati dopo la somministrazione di un farmaco standard (hydroxyzine), in un campione di 100 partecipanti.
I pazienti hanno fornito una misura soggettiva del loro stato d’animo basandosi su una scala da 0 (nessun benessere) a 10 (massimo comfort e benessere). Inoltre, è stato utilizzato un test oggettivo basato sulla variabilità della frequenza cardiaca. Nello studio, dei 100 pazienti sottoposti a chirurgia della mano, 50 sono stati “calmati” mediante ipnosi conversazionale, e gli altri 50 hanno assunto 25 mg di idrossizina per via orale, somministrata dai 30 minuti a un'ora prima di ricevere l'anestesia. I loro livelli di rilassamento sono stati quindi valutati sia prima che dopo la l’ipnosi, i farmaci e l’anestesia.
Dalle analisi dei dati sarebbe emerso che l'ipnosi conversazionale potrebbe aumentare significativamente il livello di comfort dei pazienti.
L’ipnosi conversazionale può essere utilizzata prima di un intervento chirurgico nei pazienti coscienti che ricevono un’anestesia locale o regionale.
spiegano gli autori della ricerca
Potrebbe anche essere utile prima dell’anestesia generale, per ridurre l'ansia del paziente.
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via | ScienceDaily
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