Psicologia: capiamo le parole quando le associamo a un simbolo visivo
Pubblicato il aprile 8th, 2015 da Grazia Musumeci
Grazie a una ricerca condotta dalla università americana di Georgetown, il “Journal of Neuroscience” ha potuto indagare l’ultima frontiera della parola. Come facciamo ad apprendere la lingua che parliamo? La impariamo da piccoli, ascoltando e ripetendo, questo sì… il metodo è valido anche per imparare le lingue straniere da grandi. Ma il cervello non memorizza davvero la lingua se non nel momento in cui visualizza il significato associato a quel termine.
Il test di Georgetown ha preso in esame 25 studenti di scuola superiore, sottoponendoli a questionari e prove visive. I ragazzi dovevano leggere 150 termini a loro sconosciuti e mentre lo facevano il cervello veniva monitorato con la risonanza magnetica. I dati hanno rivelato che prima che la persona comprendesse il termine, era il cervello a entrare in attività, associando a quel termine decine di probabili “simboli” che dessero un significato concreto. Solo dopo che veniva scelto uno di questi simboli, il ragazzo diceva di aver capito il termine. Di solito il simbolo non viene scelto a caso ma quando il termine viene spiegato o quando l’intuizione porta a capire cosa significhi.
Le parole che apprendiamo vengono elaborate dalla corteccia cerebrale in una zona chiamata “area visiva per la forma della parola” (VWFA). Si può ripetere un termine all’infinito, lo si può ascoltare per sempre, ma solo quando il cervello lo associa “visivamente” a un senso compiuto lo capisce. Lo stesso meccanismo viene usato anche dalle persone non vedenti che, pur non avendo simboli visivi di riferimento, associano la parola (sia essa sonora che in braille) a qualcosa che la loro mente possa codificare.
D’altro canto, il problema dei dislessici sarebbe legato a un multifunzionamento delle aree cerebrali che dunque “distraggono” l’area fondamentale per il riconoscimento della parola, la VWFA, impedendo alla persona di leggere e capire bene. Potrebbe essere questa la soluzione per combattere la dislessia, quindi, cercare di eliminare l’attività in eccesso per concentrarla sull’unica in grado di decifrare veramente il linguaggio.
Tag:cervello, dislessia, Forma fisica, Salute
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