Psicologia | Apnee del sonno | Depressione

Curare le apnee notturne potrebbe aiutare ad alleviare i sintomi della depressione. A renderlo noto sarebbero stati i membri della University of Calgary (Canada), la cui ricerca è stata pubblicata sulle pagine della rivista PLOS Medicine, e dimostra che il trattamento dell'apnea ostruttiva del sonno con trattamenti come pressione positiva delle vie aeree (CPAP) o mediante dispositivi di avanzamento mandibolare (Mads) può effettivamente portare a miglioramenti per quanto concerne i sintomi depressivi.

Per giungere a tale conclusione, gli autori dello studio hanno esaminato 22 ricerche precedenti, nelle quali si indagava in merito agli effetti del CPAP o del trattamento MAD su pazienti che soffrivano di apnea ostruttiva del sonno, una condizione purtroppo molto comune, che aumenta il rischio di sviluppare anche problemi cardiaci e comporta una diminuzione della qualità della vita. Le ricerche in questione avevano inoltre esaminato l’eventuale stato depressivo dei pazienti, prima e dopo il trattamento.

Ebbene, dalle analisi i ricercatori avrebbero osservato che i trattamenti di CPAP favorivano un significativo miglioramento dei sintomi depressivi, e lo stesso possiamo dire per l’utilizzo di dispositivi di avanzamento mandibolare. In entrambi i casi i sintomi depressivi sarebbero effettivamente migliorati nei pazienti affetti da apnea ostruttiva del sonno.

Rimane tuttavia ancora sconosciuta l'efficacia di trattamenti come CPAP e MADS rispetto alle terapie standard per la cura della depressione, vale a dire mediante i farmaci antidepressivi.

Come spiegano gli stessi autori della ricerca:

“Questa revisione sistematica riassume la letteratura disponibile sul trattamento dell’apnea ostruttiva del sonno, e dimostra che trattamenti di CPAP o di MAD offrono piccoli miglioramenti nei sintomi depressivi, sulla base dei questionari. I nostri risultati dimostrano che il maggiore beneficio del trattamento con Pressione positiva delle vie aeree sui sintomi depressivi può verificarsi nei soggetti che presentano peggiori livelli di depressione al basale".

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via | ScienceDaily

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