È sabato, c’è il sole. Per oggi lasciamo da parte il DSM e la psicologia clinica e pensiamo alla poesia e cerchiamo di essere poetici.
Lo sapevate che la grande scrittrice inglese Antonia Byatt ha scritto un articolo che si intitola: “Le neuroscienze ci danno una mano a capire come funziona l’arte – e possono offrirci una via d’uscita dal narcisismo”? E che un altro suo articolo è: “Guarda i neuroni: sopra, sotto e in mezzo a John Donne”. E che in Germania è uscito un libro (lo ha recensito Arnaldo Benini sulle pagine domenicali del Sole) che dice: “Cervello e poesia. Come costruiamo la nostra realtà”?
Guardare il mondo in modo poetico non vuol dire essere sentimentali. Anzi, spesso vuol dire essere scientifici. La poesia non c’entra coi baci perugina. Semmai con il cogliere un senso ultimo delle cose in brevità estetica. Avere un ritmo nella lingua capace di trovare il “punto fermo del mondo che ruota”. Cose di grande aiuto per lo sguardo e l’ascolto del clinico, per il contatto con la memoria, i ricordi, i sogni. James Hillman dice che c’è una “base poetica della mente”. E per poeta Robert Frost “a poem is an arrest of disorder”.
I neuroscienziati e gli psicologi cognitivi che studiano il rapporto tra cervello e linguaggio considerano la poesia come uno degli eventi del cervello che “costruisce” la realtà in cui viviamo. I versi sono righe brevi, la poesia si serve della rima e di figure formali che permettono letture del mondo immediate, profonde, ritmiche. Neurali?
Leggete che bella questa poesia di Enzensberger tratta da “Gli elisir della scienza. Sguardi trasversali in poesia e in prosa”. Con Nicla Vassallo l’abbiamo scelta per aprire un volume sulla terza cultura, che noi consideriamo un ponte (appunto tra le culture) che nel suo connettere crea il paesaggio.
Omaggio a Gödel
Teorema di Münchhausen, cavallo, palude e codino,
è una delizia, ma non dimenticare:
Münchhausen era un bugiardo.
Il teorema di Gödel a prima vista appare
poco appariscente, ma rifletti:
Gödel ha ragione.
«In ogni sistema sufficientemente complesso
si possono formulare frasi
che all’interno del sistema
non sono né dimostrabili né confutabili,
a meno che il sistema
non sia di per sé inconsistente».
Puoi descrivere la tua lingua
nella tua propria lingua:
ma non del tutto.
Puoi analizzare il tuo cervello
col tuo stesso cervello:
ma non del tutto.
Ecc.
Per giustificarsi
ogni sistema pensabile
deve trascendersi,
ossia distruggersi.
«Sufficientemente complesso» o no:
la libertà di contraddire
è un fenomeno di carenza
o una contraddizione.
(Certezza = inconsistenza).
Ogni pensabile uomo a cavallo,
quindi anche Münchhausen,
quindi anche tu, è un subsistema
di una palude piuttosto ricca di sostanze.
E un sottosistema di questo sottosistema
è il proprio codino,
questa specie di leva
per riformisti e bugiardi.
In ogni sistema piuttosto ricco di sostanze
quindi anche in questa palude,
si possono formulare frasi
che all’interno del sistema
non sono né dimostrabili né confutabili.
Prendile in mano, queste frasi,
e tira!