numero di Giugno2013
Ci sono momenti sui mercati in cui viene superato un confine invisibile, cambia la psicologia, muta il focus degli investitori, eventi che prima erano importanti diventano irrilevanti, mentre altri assumono un’importanza centrale. Tali mutamenti psicologici negativi sono spesso una risposta a singoli eventi, come una grande bancarotta. I mutamenti positivi tendono a essere una reazione a un sottile accumulo di eventi meno eccezionali, tuttavia, quando si verificano, il loro impatto può essere altrettanto potente.
Nelle ultime settimane sembra che abbiamo oltrepassato tale confine invisibile. Tra i segnali chiave rientrano il superamento di una resistenza fondamentale per lo SP 500 a massimi precedenti intorno a 1600; l’indebolimento di asset considerati porti sicuri come il CHF e l’oro; e la resistenza alle svendite dei mercati azionari. Persino la consistente flessione in un solo giorno dell’indice Nikkei di oltre il 7% viene parzialmente ribaltata (al momento della redazione) quasi immediatamente.
Nel contempo il default dei depositi bancari in un Paese di Eurolandia non ha pressoché scalfito la fiducia. Il recente soft patch degli indicatori economici globali è stato accompagnato dal trend al rialzo in corso nelle azioni mondiali. Un numero consistente di discorsi del FOMC che mostrano un dibattito attivo, seppur incompiuto, sulla politica di uscita della Fed, ha attratto l’attenzione degli analisti e ha causato alcuni giorni di debolezza per le azioni e i Treasury USA, ma non una svendita sostenuta. Riunendo tutto questo, sembra che il sentiment non sia più dominato dallo spettro dello smembramento di Eurolandia, da una nuova recessione, e dalla crescita dei prezzi degli asset prodotta dalla Fed senza aiutare l’economia.
Ora il giudizio predominante sembra ruotare intorno a una ripresa con una modesta inflazione. Certamente sono presenti molte incertezze in relazione all’esatto ritmo della ripresa, alla tempistica e allo stile dell’uscita della Fed, al livello fino a cui i multipli azionari possono salire, e ai rischi di un indebolimento dei titoli di credito. Si tratta di aspetti importanti che possono determinare brevi battute d’arresto, ma si situano in un quadro psicologico – ed effettivo – che è molto diverso, in senso positivo, da quello di soli pochi mesi fa.
Giles Keating Head of Research for Private Banking and Wealth Management di Credit Suisse
numero di Giugno2013