Mercoledì 7 marzo, vigilia della giornata delle donne, presso il Centro culturale comunale di via delle rose si è svolto un interessante incontro-dibattito, promosso dal circolo Endas col patrocinio del comune di Piano di Sorrento, con la dott.ssa Alessandra Menelao, professore a contratto di psicologia del lavoro presso l’università di Cassino. La docente ha partecipato a numerosi convegni nazionali ed internazionali. Ha pubblicato numerosi articoli scientifici e teorici su riviste scientifiche e volumi, e siti web sui vari campi della psicologia del lavoro, della sessuologia, della psicologia generale e clinica. Espertadi mobbing e stalking è ideatrice dei 40 centri ascolto perconto della UIL istituiti in ogni regione d’Italia.“Nell'immaginario collettivo - ha dichiarato la dott.ssa Menelao, intervistata dal direttore artistico della rassegna Antonio Volpe- la parola "mobbing" genera equivoci che sono per lo più determinati dal fatto che vengono utilizzati in Italia molteplici termini per indicare questo fenomeno: mobbing, bossing, vessazioni, terrorismo, molestia morale, molestia sessuale, abuso lavorativo, spadroneggiamento, stalking”. Alla domanda “Qual è il confine fra il mobbing e le normali "scaramucce sul posto di lavoro"?, ha risposto:” Intanto per poter parlare di mobbing bisogna intendere tutti quegli atti e tutti quei comportamenti posti in essere da datori di lavoro o dai colleghi con carattere di continuità, che possono arrecare danni rilevanti alla condizione psicofisica del lavoratore. Esistono alcuni elementi ben precisi, quindi, del fenomeno del mobbing essi sono: a) la frequenza e la durata delle azioni mobbizzanti, ovvero, il mobbing deve essere costituito da vessazioni (atteggiamenti e comportamenti, diversi e ripetuti nel tempo in modo sistematico ed abituale che hanno connotazioni aggressive, denigratorie) , di vario genere, condotte in modo sistematico e per un lungo periodo di tempo; b) l'intenzionalità dell'aggressore, il mobber (ovvero colui che commette le azioni vessatorie) deve commettere le azioni con l'intento specifico - il dolo - di far del male al lavoratore-vittima designata ;c) la patologia, le azioni vessatorie reiterate nel tempo devono aver compromesso la salute psico-fisica del lavoratore o della lavoratrice, devono, inoltre aver compromesso la professionalità e la dignità del lavoratore o della lavoratrice”.E’ seguito l’apprezzatissimo film di Francesca Comenicini "Mi piace lavorare.Mobbing"(Ita,2004), premiato al festival di Berlino. E’ la prima pellicola italiana che affronta il tema del mobbing. Ricordiamo agli appassionati cinephilesil precedente “Norma Rae”(USA,1979) di Martin Ritt, che verrà prossimamente riproposto nel corso della XXVIII edizione degli “Incontri al buio” . Il film della Comencini è basato sui racconti di una quindicina di lavoratori mobbizzati, che hanno subito in prima persona questa triste esperienza . La regista ha scritto la sceneggiatura basandosi su fatti realmente accaduti, raccolti in collaborazione con lo sportello anti-mobbing della CGIL, e sui racconti riportati in un documentario di ritratti girato da lei stessa in precedenza. L'iniziativa rientra nell'ambito della quinta edizione del cineforum organizzato dal Circolo Endas e dallo storico locale di piazza Cota Gran caffè Marianiello ad ingresso gratuito.