Per capire il fenomeno due parole con la dottoressa Elena dell'Osso, psicologa specializzata nell'età infantile ed adolescenziale.
Dottoressa Dell'Osso, che cosa è l'autismo?
L'autismo è una sindrome caratterizzata dalla compromissione del contatto emotivo e sociale, delle capacità cognitive e dello sviluppo del linguaggio. I bambini autistici sono vulnerabili ai cambiamenti e tendono verso comportamenti ritualistici e ripetitivi. Il loro repertorio di interessi è ristretto e il rapporto con l'ambiente è caratterizzato da comportamenti percepiti come bizzarri (ad es. insolito uso degli oggetti). Solitamente evitano il contatto visivo e ignorano o sono difficilmente attratti dalle persone che li circondano, le quali possono sentirsi escluse, come di fronte a una barriera. Si parla di sindrome perché i principali riferimenti diagnostici come Dsm IV (Manuale di Classificazione dei Disturbi Mentali dell'Associazione Psichiatrica Americana), e Icd 10 (Classificazione Internazionale delle Malattie della Organizzazione Nazionale della Sanità) individuano diversi tipi di disturbi che variano da forme più gravi e forme più leggere. I sintomi hanno insorgenza entro il terzo anno di età. I genitori spesso riportano l'esperienza di un cambiamento o di un arresto e regressione nello sviluppo del loro bambino. Le cause di tali disturbi non sono ancora state individuate in maniera certa, si parla di multifattorialità. La ricerca in tal senso spazia in diverse aree: approfondimenti genetici, fattori ambientali (ad esempio tossico-infettivi-alimentari).
Come ci si comporta con una persona autistica?
Non si può parlare di un modo di comportarsi con la persona autistica, perché ogni bambino presenta una varietà individuale di sintomi, in forma più o meno grave o lieve a seconda del caso. E' però importante conoscere gli aspetti peculiari di quel bambino, in modo da poterlo capire, riuscire a comunicare con lui, e aiutarlo ad uscire dalla sua tendenza al ritiro, sviluppando le sue potenzialità evolutive.
Come può la psicologia aiutare un autistico e la sua famiglia?
Un bambino autistico necessità di un intervento integrato che abbraccia i suoi diversi contesti di vita (casa, scuola, contesti extrafamiliari). La psicologia a questo proposito si propone di fornire un valido aiuto sia in ambito diagnostico che di intervento. Fondamentale è capire il modo di pensare, provare emozioni e relazionarsi con l'ambiente di ogni bambino, i suoi punti di forza (da sviluppare o potenziare), i suoi deficit, in modo da trovare modi e mezzi adeguati per sostenere la qualità della vita sua e della sua famiglia. Un importante contributo a questo lavoro è anche il sostegno alla famiglia. Essere genitore di un bambino che non riesco a capire, che mi fa sentire poco interessante per lui, che non mi dà le gratificazioni affettive che mi aspetterei da un suo sguardo, da un sorriso, dal sentirmi riconosciuto come una figura affettiva significativa per lui, sono vissuti molto dolorosi, che spesso suscitano forte senso di inadeguatezza, impotenza, confusione. E' importante che i genitori di una bambino autistico siano aiutati a conoscere il proprio bambino in modo da favorire un reciproco incontro.