Ora si inverte la pressione psicologica

MILANO.

Minuto 40 del secondo tempo: San Siro esplode in un boato. Ma non è dovuto al raddoppio del Milan, che arriverà da lì a poco. Gianluigi Buffon infatti, a distanza di 150 chilometri circa ha appena commesso un errore incredibile, dovuto ad un eccesso di sicurezza, che ha permesso al Lecce di pareggiare, alimentando in un colpo solo le proprie speranze di salvezza e le speranze tricolore del Milan.

Da quel momento, cambia il Milan in campo: negli ultimi minuti infatti la squadra rossonera tira in porta quasi quanto nell’intero arco della partita, determinato a sigillare un risultato che significa il -1 dalla Juventus e tanta, tanta pressione buttata addosso agli avversari per il tricolore. Il tutto quasi a dimostrare che la psicologia è una componente fondamentale del calcio, e che molto probabilmente alla fine deciderà l’assegnazione di questo titolo: il Milan infatti parte molto bene contro l’Atalanta, portandosi subito in vantaggio con Muntari [grande innesto quello del centrocampista Ghanese, adattissimo allo stile di gioco di Allegri e ben lontano dall'essere un giocatore inutile alla causa, come era stato bollato all'Inter], ma con il passare dei minuti, complice il risultato provvisorio di Torino, si spegne e trova molte più difficoltà del previsto nella gestione di una gara che sulla carta doveva essere relativamente semplice.

Non appena arriva la notizia del pareggio del Lecce però, seppur ci siano gli stessi giocatori in campo, sembra di vedere un Milan radicalmente diverso a quello visto nell’ultimo mese; Robinho corre e apre spazi, Ibra ci prova da ogni posizione, fino alla seconda marcatura che significa non correre il rischio di una beffa che poteva assumere proporzioni gigantesche. Ora i giocatori vedono possibile l’obiettivo, e di colpo si sentono rianimati; segno, però, che dalla partita contro la Fiorentina in poi non era stato fatto un corretto lavoro psicologico, dato che il Milan ha ritrovato veramente convinzione solo grazie a Bertolacci e Buffon.

Detto questo, non è in dubbio che questa fosse l’iniezione di fiducia che serviva al Milan per arrivare con la giusta carica ad un Derby che, altrimenti, dal punto di vista psicologico sarebbe stato durissimo: i nerazzurri infatti, nonostante la sconfitta subita ieri al Tardini, sono ancora in piena lotta per il terzo posto, e non possono più sbagliare; saranno quindi un avversario complicatissimo anche per le grandi individualità presenti nella rosa interista, sempre da temere. Affrontarli con le pile scariche sarebbe stato veramente un suicidio per i rososneri che di colpo avrebbero potuto vivere una Domenica da incubo, vedendo lo scudetto sfumare, e gli odiati cugini nerazzurri avvicinarsi al terzo posto, ultima piazza utile per la Champions League futura. Ora invece sarà tutta un’altra musica: si affronteranno due squadre obbligate a vincere, e sicuramente questo gioverà allo spettacolo in campo. E la Juventus ora affronterà il Cagliari prima e l’Atalanta poi [squadra che ieri sera ha dimostrato di voler ancora cercare gloria in questo campionato] con la pressione di chi sa che non può più commettere passi falsi; se Conte e il suo gruppo riusciranno a sopportare questo grande peso psicologico insomma, si meriteranno lo scudetto. In caso contrario, il Milan è lì. Ad un punto.

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