LECCO – Il mese scorso lo psicologo canadese Albert Bandura ha ricevuto il prestigioso premio National Medal of Science. Un riconoscimento molto ambito, che arriva dopo aver già ricevuto APS William James Fellow Award e APS James McKeen Cattell Fellow Award, entrambi dedicati alle menti eccellenti del mondo della psicologia. Bandura è professore emerito all’Università di Stanford, nella quale lavora dal 1953. Insieme agli altri otto scienziati che hanno ricevuto la Medaglia (principalmente fisici e biologi), verrà insignito formalmente di questa onorificenza alla Casa Bianca entro la fine del mese di gennaio.
Albert Bandura è considerato uno degli psicologi più influenti del mondo per quanto riguarda il suo lavoro sulla teoria dell’apprendimento sociale. Ma quali sono le conquiste più importanti che dobbiamo a questo studioso nell’ambito del comportamento umano? Approfittiamo di questa occasione per riassumerle brevemente, facendo una panoramica sul pensiero social-cognitivo dell’autore.
Il punto di partenza è sicuramente l’interazionismo simbolico di Mead, secondo cui le persone contribuiscono a definire attivamente la situazione in cui si trovano. La vicendevole influenza tra soggetto e contesto è quindi il punto cardine delle teorie di Bandura. Il principio esplicativo alla base di questa posizione si chiama determinismo triadico reciproco: i tre elementi che, influenzandosi reciprocamente, spiegano la condotta umana sono la personalità, il comportamento e l’ambiente. Tali fattori agiscono uno sull’altro in varia misura, in base alle attività e alle circostanze, facendo sì che il soggetto sia perennemente inserito in una rete in cui è causa ed effetto del suo comportamento, in maniera circolare. L’accento viene quindi posto sull’agentività del soggetto, ovvero la sua capacità di considerarsi responsabile delle sue azioni e degli eventi che gli accadono, di averne il controllo e poterli influenzare se non addirittura determinare. Questa caratteristica è propria sia dei singoli individui che dei gruppi.
Bandura ha approfondito anche il concetto di autoefficacia. Con questo termine egli intende l’autovalutazione della propria possibilità di riuscita in un compito specifico. Essa dipende dall’esperienza passata, dalle aspettative e dalle attribuzioni di causalità. Influenza la scelta di un’attività, la pianificazione delle azioni, la perseveranza nell’eseguirle e nel regolare i propri sforzi per perseguire un obiettivo. La persona con elevata autoefficacia sa prevedere le sue prestazioni in un compito, perché è consapevole dei suoi limiti e delle sue risorse.
Un’altra concettualizzazione importante che si deve a Bandura riguarda il contesto. Esso, all’interno del determinismo triadico reciproco, non è un ambiente che si impone unidirezionalmente sul soggetto. Si riscontrano tre tipi differenti di contesto: imposto, selezionato, costruito. Quelli del primo tipo sono caratterizzati da leggi sociali rigide e totalizzanti. Quelli del secondo tipo, invece, concedono margini di scelta agli individui, consentendo di regolare il proprio contesto e modificarlo in una certa misura, grazie al comportamento. Quelli dell’ultimo tipo, infine, sono costruibili attivamente dal soggetto in maniera completa. Il tipo di contesto in cui ciascun soggetto è inserito dipende dal grado di agentività del soggetto stesso, dal grado di prescrittività delle norme vigenti e, chiaramente, dall’interazione dei tre poli che danno vita alla triade teorizzata da Bandura.
La celebrità di Albert Bandura negli ambienti accademici è dovuta anche all’esperimento della bambola Bobo, con il quale ha studiato l’apprendimento dell’aggressività per imitazione da parte dei bambini. Fece assistere un gruppo di bambini alle percosse inflitte a Bobo da parte di alcuni adulti. Un altro gruppo di bambini, diversamente, potè osservare gli adulti che si sedevano tranquillamente a fianco del bambolotto. Successivamente entrambi i gruppi venivano condotti in una stanza piena di giochi, dove ce n’era uno identico a quello visto in precedenza. Su 10 bambini che giocarono picchiando Bobo, 8 erano quelli che l’avevano visto fare in precedenza da un adulto. Tale esperimento dimostra che se un modello che noi seguiamo compie una determinata azione , noi saremo portati ad imitarla. Ciò si mostra prevalentemente nei bambini, i quali mancano dell’esperienza e del senso critico (morale) per capire da soli se un determinato comportamento è corretto o meno. Vista la presenza dell’agentività nel comportamento umano, però, l’imitazione non può essere il solo modo di apprendere un comportamento. Esistono altri due modi attivi, ovvero l’approvazione sociale e l’intuizione. L’imitazione (o modellamento) è presente sin dalla nascita; la valutazione dell’approvazione sociale si acquisisce nell’infanzia, quando il bambino sperimenta comportamenti e ruoli all’interno di gruppi; l’intuizione si sviluppa continuamente nel tempo, quando il bambino ha un ricco repertorio di episodi osservati, che può utilizzare come base per le sue generalizzazioni.
La mia non ha voluto in alcun modo essere una disamina esaustiva degli spunti teorici offerti dal Dott. Bandura. Per approfondimenti di ogni tipo riguardo ai costrutti da me elencati, consiglio vivamente la lettura dei tanti libri di psicologia che l’autore ha prodotto, i quali possono risultare piacevolmente fruibili anche da persone “non addette ai lavori”.
Alberto Zicchiero, psicologo
Iscrizione Opl n. 03/17337
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