ROMA - Sono, ormai, parte integrante della nostra quotidianità, vuoi perché si fanno, vuoi perché si subiscono. Il loro diffondersi è stato così immediato e radicato da aggiudicarsi un posto nelle enciclopedie e nei dizionari di lingua aggiudicandosi anche lo status di 'soggetto' delle ricerche scientifiche delle più prestigiose università. Parliamo dei selfie, una 'mania' che non conosce confini geografici e generazionali.
I selfie sono stati al centro del convegno 'Mente e social media: come cambia l’individuo?' organizzato dalla Fondazione IBSA per la ricerca scientifica e dall' Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, tenutosi a Milano ieri 28 ottobre. 'In Italia – ha spiegato Giuseppe Riva, docente di Psicologia della Comunicazione e Psicologia e Nuove Tecnologie della Comunicazione presso l’Università Cattolica, e autore di Nativi Digitali (Il Mulino) - abbiamo una relazione più affettiva con il mezzo tecnologico, pensiamo a quanto lo smartphone sia lo strumento principe per andare su internet e come diventi il centro della nostra vita affettiva/relazionale'.
Tre gli aspetti della personalità che risultano associati all’attività del selfie, ha spiegato ancora Riva. 'Le persone che si fanno selfie, rispetto a coloro che non se li fanno, appaiono significativamente più estroverse (ovvero più socievoli ed entusiaste, caratterizzate da elevate capacità sociali) e più coscienziose (ovvero più caute e capaci di controllarsi, con la tendenza a pianificare le proprie azioni piuttosto che ad agire di impulso). Inoltre, essere molto estroversi si associa a un maggior utilizzo dei selfie per mostrare agli altri “come ci si sente”, mentre essere molto coscienziosi si associa al non essere particolarmente interessati ai commenti degli altri ai propri selfie, positivi o negativi che siano. Da ultimo, il tratto del neuroticismo o instabilità emotiva (tipico di persone che tendono a provare emozioni negative come rabbia e tristezza, sovente diffidenti nei confronti degli altri) si associa significativamente all’essere particolarmente preoccupati dalla possibilità di ricevere commenti negativi'.
Nel dibattito su 'Mente e social media' sono stati resi noti anche i dati del particolare sondaggio legato proprio ai selfie. Il motivo principale per cui i selfie spopolano su profili e pagine personali nei social network è 'per far divertire gli altri nel 39% dei casi, mentre ammette di farli per vanità un 30% dei soggetti, insieme a un 21% che li fa per raccontare un momento della propria vita'. In coda alla particolare classifica anche un 3 per cento che utilizza 'autoscatto' per sedurre. I partecipanti al sondaggio sono stati 150, 35% maschi, 65% femmine, con età media di 32 anni. Le donne, in particolare, sono risultate le maggior produttrici di selfie ma anche più interessate alle motivazioni interiori(“mi faccio selfie per mostrare come sono e come mi sento”). Inoltre, affermano di 'sperare maggiormente di ricevere commenti positivi dagli amici sui social network, e anche di temere maggiormente di ricevere commenti negativi dagli altri'.