“L’IGNORANZA E’ FORZA”: IL PARTITO DI ORWELL COLPISCE …

In “Psicologia delle folle”, saggio di Gustave Le Bon, la massa viene descritta come un branco selvaggio in cui sono le emozioni irrazionali a prevalere; essa è una pluralità indistinta di individui che si nutre di odio, che assume atteggiamenti aggressivi e affronta impavida il pericolo, ipnotizzata dal suo leader. Appare evidente, dunque, la facilità con cui la massa sia plasmabile, corruttibile e manipolabile. Ci sono figure sociali, come appunto quella del giornalista/freelance, che non possono concedersi il lusso di parlare a vanvera, visto che, prim’ancora di informare, dovrebbero provvedere ad educare la collettività, garantendo una chiave di lettura del fenomeno sociale che permetta di analizzarlo con lucidità.

Paradossalmente, proprio coloro che accusano la Destra di inculcare odio e razzismo negli Italiani giocano ad uno scambio di ruoli goffamente camuffato: se da un lato, infatti, i discorsi di Matteo Salvini possono sembrare populisti e istigatori, d’altra parte ci pensano i centri sociali ad impedirgli di parlare, assumendo atteggiamenti violenti e aggressivi.

Tale mentalità contorta e incoerente si sta diffondendo come un morbo nella società di Internet; sfogliando uno dei tanti blogs, si legge:”Io odio questi neri (fascisti); se ne tornassero da dove sono venuti e cioè nelle fogne della storia”. Il problema non è condannare o meno tali atti di violenza, su cui concordiamo tutti, quanto piuttosto utilizzare il termine “destra” come automatica metonimia per “fascismo”.

Oggigiorno, parlare di fascismo e comunismo risulta anacronistico e sarebbe più giusto discutere di ideologie di Destra e Sinistra. E’ curioso come chi si professi di Destra venga subito etichettato come “fascista” e associato alla figura del duce col braccio destro alzato, mentre non accade lo stesso tra chi dice di “essere di Sinistra” e il comunismo dell’URSS con le purghe di Stalin. Ancora una volta, due pesi e due misure. Eppure Destra e Sinistra affondano le radici nella Rivoluzione Francese, mentre le due dittature sopracitate hanno caratterizzato solo l’ultimo secolo.

Compaiono, così, articoli dall’inquietante titolo: “L’unica famiglia naturale è quella composta da due antifascisti”, un maldestro tentativo di attaccare tutti coloro che non sono a favore del matrimonio omosessuale, etichettandolo come “fascista”. Eppure, stando alle dichiarazioni del giornalista, si tratterebbe di “un articolo satirico, non di una proposta di legge“; peccato che la potenza della parola sia inversamente proporzionale alla sua considerazione, soprattutto in determinati contesti: proprio qualche giorno fa, Umberto Eco lamentava il diritto di parola concesso dai social a “legioni di imbecilli”. Eccone la conferma.

Nel suddetto articolo, poi, pubblicato su un noto giornale online, si legge:”Se tutti i bambini diventassero fascisti, la società si estinguerebbe nel giro di una generazione”; e ancora:”Due fascisti vogliono sposarsi? Lo facciano pure ma all’estero, in qualche Paese nazista del cazzo che glielo consente, ma qui in Italia non possiamo riconoscere validi i matrimoni fra fascisti perché rappresenterebbero la distruzione della società e i bambini, che sono il nostro bene più grande, sarebbero confusi”. In realtà, ciò che forse sfugge all’autore è che, leggendo le sue righe, sono in molti a sentirsi confusi o, meglio, sconcertati.

Ma oltre ai giornalisti, sono i politici che dovrebbero stare attenti al gergo utilizzato nei loro comizi, in quanto figure istituzionali e rappresentanti del popolo. Detto fatto: Ignazio Marino, Sindaco di Roma, alla festa dell’Unità ha la brillante intuizione di richiamare uno slogan comunista con cui etichettare i partiti di Destra:”Tornatevene nelle fogne da dove siete venuti!” Una frase volta a trovare di nuovo consensi tra i suoi, attuando la scusa dell’antifascismo quale nemico da combattere.

L’ambientazione sembra quella del 1984 di Orwell, in cui il passato viene cancellato e la storia del mondo sembra partire dal ‘900. E’ proprio la demonizzazione operata da parte di determinati soggetti che porta a non considerare più le idee ma l’appartenenza politica, scadendo nel cosiddetto espediente dell’ “ad hominem“, in cui non sono più gli argomenti politici ad essere presi in considerazione, quanto il politico stesso o il gruppo di cui fa parte.

Era il 1948 e George Orwell scriveva:”Il nemico contingente incarnava sempre il male assoluto; ne conseguiva che qualsiasi intesa con lui era impossibile, tanto nel passato che nel futuro”. Oggi come allora, continua la campagna negativa, volta alla costante contrapposizione dei gruppi “noi-loro”, senza possibilità di compromesso.

di Antonella Gioia

Antonella Gioia

Antonella Gioia

Nata a Salerno il 23 Febbraio 1995, Iscritta al primo anno di Scienze Politiche all’Università di Bologna. Legata alla sua terra d’origine e appassionata di libri e animali, tifa accanitamente la sua squadra del cuore, il Manchester United. Nel suo piccolo bagaglio di esperienze, porta alcune collaborazioni con giornali online e mensili cartacei della sua zona. Ama scrivere e spera, un giorno, di fare della sua passione un lavoro.

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