16:35 18 FEB 2012
(AGI) - Roma, 18 feb. - "Farai delle figure in tale atto, il
quale sia sufficiente a dimostrare quello che la figura ha
nell'animo: altrimenti la tua arte non sara' laudabile."
Leonardo da Vinci condensa qui il significato non solo
dell'arte, ma di una scienza antichissima, in continua
evoluzione da Aristotele ai giorni nostri: la Fisiognomica.
Flavio Caroli, docente di Storia dell'Arte Moderna al
Politecnico di Milano, ne riscostruisce il percorso, e le sue
relazioni con l'arte figurativa, in Storia della Fisiognomica -
Arte e psicologia da Leonardo a Freud (Editore Mondadori
Electa, pp 286). "La Fisiognomica", spiega Caroli, "comincia da
lontano, da Aristotele. Sta alla psicologia come l'alchimia
stava alla chimica moderna, non ha fatto altro che inverare
quei temi. Il tema di fondo riguarda il rapporto tra l'anima e
il corpo, ovvero come l'anima muove i nostri corpi, secondo
quali leggi".
Lo studio degli effetti dei moti dell'animo sul corpo e'
introdotto nell'era moderna da Leonardo, autore di un Trattato
sulla Fisiognomica che anticipa idee che porteranno allo
sviluppo della psicologia e alla fondazione della psicanalisi.
"Leonardo", prosegue Caroli, "ha avuto il genio di affrontare
questi problemi, arrovellandosi su essi. Di questo affanno ci
rimangono disegni e riflessioni. Quanto a me, da anni cerco di
spiegare che Leonardo e' l'anello cruciale nella catena della
storia della psicologia moderna e' lui il passaggio
fondamentale. Ha inventato la psicologia".
Il racconto di Caroli e' diviso in cinque capitoli,
corrispondenti ai secoli attraversati: da Leonardo fino alle
ampie dissertazioni di Lombroso e Freud e alle raffigurazioni
di Francis Bacon. E poi, Tiziano e l'interesse per lo
zoomorfismo; il realismo psicologico di Caravaggio; le
caricature di Carracci; la "sontuosa voracita' interiore" dei
ritratti di Rubens; la "potenza introspettiva" di Velazquez; la
complessita' psicologica del ritratto della "poverta'" nel
Settecento; la rappresentazione della Follia nei volti di
Gericault che con Van Gogh diventa, espressivamente, totale
disintegrazione dell'Io; i volti distorti di Baselitz;
l'emblematica trasfigurazione di alcune tele di Pollock. La
Storia della fisiognomica nell'arte e' un'affascinante racconto
dell'evoluzione di una disciplina che distingue la nostra
cultura da qualsiasi altra tradizione culturale di questo
pianeta, un affresco della moderna vicenda umana del mondo
occidentale. "L'uomo occidentale, e solo lui", conclude Caroli,
"ha deciso di analizzare la propria anima. Le altre grandi
culture, per esempio quella cinese e islamica, prevedono
simbiosi tra uomo, natura e anima". La tela del pittore diventa
un tavolo anatomico, dove "l'uomo occidentale seziona l'anima".
(AGI)
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