Il ruolo di chi sceglie la psicologia del lavoro
Nell’immaginario collettivo e per chi è inserito nell’ambito delle imprese, la figura dello psicologo del lavoro è visto come chi si limitata a occuparsi della selezione del personale.
In realtà chi sceglie di studiare psicologia del lavoro impara presto che il suo ruolo è molto più ampio e si occupa in senso largo del benessere dell’azienda e dei lavoratori.
Questa figura professionale sposta l’attenzione dal singolo al gruppo, avendo acquisito capacità di organizzazione e coordinamento ma anche di analisi e pianificazione aziendale, per massimizzare la resa e ridurre al minimo eventuali disturbi, che vegono individuati con tecniche mirate.
Se nei primi decenni del ‘900 lo psicologo del lavoro si limitava a misurare le caratteristiche psicologiche e i profili dei lavoratori, oggi l’estensione del suo ruolo arriva fino alla verifica della presenza di fenomeni come il mobbing o il bullismo.
La psicologia del lavoro nelle università italiane
Tra le università italiane che hanno attivato un corso di laurea in psicologia del lavoro c’è anche l’ateneo telematico dell’Unicusano di Roma.
Uno degli aspetti che differenzia questo corso di studi è sopratutto la capacità di organizzazione, che si acquisisce per operare a tutti i livelli all’interno dei gruppi di lavoro, sia che si tratti di aziende piccole sia che riguardi grandi multinazionali gerarchicamente complesse.
Lo psicologo del lavoro nella sua giornata lavorativa si adatta a un ritmo estremamente dinamico, che va appunto dalla selezione del personale alla formazione in aula e al marketing aziendale, affrontando in modo elastico le varie situazioni e i contesti dove opera.
Tra le varie mansioni di cui si occupa uno psicologo del lavoro c’è per esempio la burocrazia relativa ai corsi di formazione professionale e la loro progettazione e organizzazione, lo screening curricolare, tenere le lezioni o affiancare il docente nel ruolo di tutoraggio, incontrare i rappresentati delle aziende per pianificare il percorso da seguire e il tipo di intervento che dovrà effettuare all’interno di un’impresa.
Perché assumere uno psicologo del lavoro
La figura dello psicologo del lavoro non è ancora entrata a far parte in modo sostanziale nell’ufficio delle risorse umane delle aziende, quasi come se i datori del lavoro temessero che possa scovare dei nei nell’organizzazione e in qualche modo screditare la stessa azienda.
Nella realtà è l’esatto contrario, perché lo psicologo del lavoro individua le potenzialità insite in ciascun lavoratore, suggerendo quale deve essere il suo ruolo in base alle sue capacità e attitudini.
E’ questo il miglior modo per portare la resa dei dipendenti ai massimi livelli e senza incorrere in errori grossolani di valutazione.
La pianificazione garantisce anche il raggiungimento degli obiettivi che l’azienda si è posta senza trascurare la formazione continua e l’aggiornamento, che è essenziale per tenersi al passo con i progressi non solo tecnologici ma di approccio allo stesso mercato del lavoro.
Per lo psicologo del lavoro è naturale anche occuparsi di sicurezza e prevenzione non solo in senso fisico, preparando i lavoratori rispetto ai rischi del proprio mestiere, ma anche per quelli relativi all’ambito emotivo e psicosociale.
Non è raro infatti che un lavoratore cada nel cosiddetto "stress da lavoro" per motivi personali e o di relazione, che spesso comportano importanti costi per l’azienda.