Stefano Caracciolo presenta la psicologia del vampiro alla biblioteca Ariostea
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“Dracula Revisited”. E’ questo il tema intrigante del terzo appuntamento di Anatomie della Mente, il fortunato ciclo di conferenze di varia psicologia, organizzate da Stefano Caracciolo, ordinario di Psicologia Clinica dell’Università di Ferrara, che giovedì 26 marzo alle 16.30, nella storica sede della biblioteca Ariostea, fra teatro Anatomico e sala Agnelli, parlerà della psicologia del vampiro e dell’incubo.
“Il termine ‘Vampyr’ – anticipa lo stesso Caracciolo – deriva dalle antiche lingue slave ed è passato in tutte le lingue del mondo a designare una creatura che dopo la morte continua a perseguitare i viventi uscendo dalla tomba durante la notte e succhiandone il sangue per nutrirsi. Secondo le tradizioni antiche (le prime segnalazioni di fenomeni di questo genere risalgono al 1558) l’unico modo di liberarsi di questi esseri maligni definiti anche ‘non-morti’, da qui probabilmente il termine rumeno antico nosferatu, consiste nel bruciare il cadavere o trafiggerne il cuore con un paletto di legno”.
“Del tutto recenti e legate alla fantasia di autori letterari e cinematografici – prosegue il docente Unife – sono invece le credenze sul potere anti-vampiro dell’aglio e del metallo, specialmente l’argento, anche se in alcuni paesi l’usanza di seppellire i morti con l’aglio era diffusa. La diffusione in età moderna di storie sui vampiri parte da un breve racconto del medico e segretario personale di Lord Byron, John William Polidori nel 1819, ma trova la sua assoluta apoteosi nel celebre ‘Dracula’ di Bram Stoker del 1896, l’opera letteraria che ha avuto in assoluto il maggior numero di trasposizioni cinematografiche: dall’inquietante e gotica versione di Wilhelm Friedrich Murnau del 1922 a quella di Werner Herzog del 1979, fino al Dracula di F.F.Coppola (1992) ed al recente ‘Dracula Untold’ di Gary Shore (2015)”.
“Dal punto di vista psicologico – conclude Caracciolo – il vampiro rappresenta un interessante collegamento tra diverse pulsioni, fuse fra loro in maniera perversa e raccapricciante: il vampiro infatti mescola amore e odio, rappresentando una figura spaventosa e crudele a cavallo fra la vita e la morte, non priva di un suo fascino erotico. Il suo desiderio insaziabile di sangue ne fa un veicolo di contagio perchè chi è morso dal vampiro diventa vampiro a sua volta, e lo trasforma quindi da mostro uscito dalla tomba in spirito maligno dotato di un orrendo fascino senza uguali, ma anche di straordinari poteri, fra cui l’immortalità”.
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