Il salesiano psicologo e psicoterapeuta in "Adolescenti trasgressivi forse, cattivi no" fa questo: cerca di riempire il gap puntando a dare a genitori (e adulti in generale) indicazioni e competenze per relazionarsi con loro
Milano, 3 marzo 2012 - E' l'età più delicata e difficile nel corso della crescita dell'essere umano. Difficile da vivere ma anche da condividere, da comprendere da parte di chi "assiste", come succede ai genitori. Ma a complicare la relazione, oggi, tra un figlio adolescente e un genitore non è solo questo. Il gap generazionale per certi aspetti sembra essere diventato un cratere. Lorenzo Ferraroli in "Adolescenti trasgressivi forse, cattivi no" (San Paolo, 14 euro) fa questo: cerca di riempire il gap puntando a dare a genitori (e adulti in generale) indicazioni e competenze per relazionarsi con loro.
Ferraroli è un salesiano psicologo e psicoterapeuta. Presta la sua attività in un Centro per ragazzi in difficoltà, dirige da anni il Centro di Orientamento Scolastico Professionale e Sociale (il Cospes) di Arese ed è docente di Psicologia sociale all'Università Pontificia Salesiana di Roma dove tiene il corso di Psicopedagogia della Rieducazione dei Minori. Senza dimenticare i numerosi corsi e incontri che annualmente organizza sull'argomento e le collaborazioni con diverse testate.
Il suo sguardo sul tema è quindi da massimo esperto. Esperto soprattutto di quei comportamenti più o meno trasgressivi (consumo di stupefacenti, abuso di alcol, aggressività, chiusura del dialogo), che indaga a lungo e a più riprese. Ma quello che fa la differenza in questo libro è l'analisi sociofamiliare. E' qui che sta il gap. Le famiglie sono cambiate ma certi pre-concetti e certe aspettative no. I genitori di oggi sono cresciuti, sono stati adolescenti in un quadro sociofamiliare che non è quello in cui si trovano a crescere i loro figli. Qua l'ulteriore difficoltà a comprendersi, a relazionarsi.
Certo, alcune dinamiche sono sempre le stesse (atteggiamento polemico, provocatorio, il prendere le con se stessi, col proprio corpo, i modelli in-seguiti). Ma i tempi, il periodo in cui si presentano si è accorciato da un lato (i ragazzi sono sempre più precoci), allungato dall'altro (quando si diventa adulti, oggi?). Un elastico.
Precisiamo: il discorso è condotto nel più totale ateismo. Il pensiero religioso è riservato a un capitolo, il XIII, titolato "La dimensione religiosa", per altro uno dei più brevi. Che consigliamo di non saltare. Perché in queste pagine Ferraroli più che indicare quanto la Fede può essere d'aiuto, spiega quanto sia importante aiutare i ragazzi a trovare la loro spiritualità, prima di qualsiasi apertura alla religiosità.