<!-- -->La vergogna è un sentimento davvero difficile da affrontare e può influenzare in maniera decisiva la nostra vita psicologica. Non a caso è centrale in molti disturbi, come l’ansia, la depressione, i problemi relazionali, le problematiche legate al genere (GLBT), e molti altri. Ma perché ci vergogniamo?<!-- --><!-- -->Innanzitutto vediamo in quali situazioni la vergogna è normale. Molti studiosi e psicologi dell’infanzia sostengono che la vergogna sia presente nel bambino a partire dal 18° mese di età. Questo affetto serve come un segnale, che protegge il bambino da un eccessivo livello di attivazione del sistema nervoso. Naturalmente questo si realizza in special modo nel rapporto genitori figli. Prendiamo l’esempio di un bambino che cerchi di interagire con una madre "distratta": i ricercatori affermano che se non ci fosse la vergogna, il bambino si impegnerebbe in un crescendo di sforzi per attirare l’attenzione della mamma, rischiando addirittura danni neurologici. Mentre cresciamo, la vergogna diviene parte integrante del nostro sistema di auto-regolazione sociale. Ad esempio un bambino arrossirà e cercherà di sottrarsi alla situazione che provoca vergogna, un adolescente si potrà sentire stupido e inadeguato verso il gruppo dei pari, dicendo la frase sbagliata o indossando abiti fuori moda. Come dicevamo la vergogna, come la paura, è un campanello d'allarme. Ma è anche un termometro: ci permette di capire che tipo di considerazione hanno di noi i nostri amici, i nostri familiari o colleghi. Inoltre, altra cosa molto importante, ci permette di fare un paragone tra il nostro comportamento e quello che riteniamo dovrebbe essere il nostro “comportamento ideale”. Se ci comportiamo in maniera troppo distante dal nostro ideale ci vergogniamo. Naturalmente non siamo consapevoli di tutte queste azioni, un esempio della potenza del nostro cervello: un processo così complicato che avviene in una frazione di secondo. D'altronde non dobbiamo rifletterci sopra, dobbiamo agire per scongiurare il “pericolo”. Questo è quello che avviene in situazioni normali. Ma se le esperienze di vergogna sono frequenti e molto intense possono avere un effetto sulla nostra autostima, e una serie di conseguenze. Una bassa autostima, ad esempio, ci darà filo da torcere quando dovremo prendere una decisione importante, ci potrà far evitare situazioni sociali, insomma ci complicherà parecchio la vita. Ma cosa ci fa vergognare? La vergogna può essere attivata da uno sguardo, una parola, un tono di voce, e provoca spesso la nostra rabbia verso la persona che ci fa vergognare. Ad esempio stiamo parlando con il nostro amico Mario, e improvvisamente la sua espressione cambia, lo vediamo spazientirsi, e con una scusa se ne va. Cosa è successo? Probabilmente abbiamo fatto o detto qualcosa che ha attivato la vergogna nel nostro amico, che si è dovuto allontanare per abbassare il suo livello di disagio. Il sentimento della vergogna si attiva generalmente quando sentiamo di aver infranto una regola, una norma morale, trasmessaci per esempio dalla nostra famiglia, o sottintesa all'interno del nostro gruppo d'amici. Come gli adolescenti, anche gli adulti possono provare vergogna ad esempio facendo una gaffe in una situazione sociale. In questo senso la vergogna è diversa dal senso di colpa, che suscita in noi il rimorso e il desiderio di rimediare alla situazione, oltre al timore di venire puniti. La vergogna è un sentimento molto più profondo, che in genere ci blocca, più che farci cercare un rimedio. Pensiamo solo a quante donne non sporgono denuncia in seguito ad uno stupro. O a quante persone si vergognano all'idea di andare dallo psicologo. Nel lavoro clinico lo psicologo affronta il tema della vergogna con molto rispetto e attenzione, attraverso la costruzione di un rapporto di fiducia e alleanza con il paziente. Attraverso la relazione che si stabilisce con lo psicologo una persona potrà sentirsi in grado di discutere i temi che le provocano un sentimento di vergogna, rendendoli in qualche modo "digeribili". Altre volte episodi che ci hanno fatto vergognare possono addirittura venire dimenticati, rendendo impossibile elaborarli. Lo psicologo può allora fungere da testimone per il paziente, un testimone che lo aiuta a conoscersi, a conoscere la propria storia, anche quella fino ad allora dimenticata. Ma per conoscerci abbiamo bisogno dell'altro. Solo all'interno di una relazione possiamo scoprire chi siamo.<!-- -->
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