di Patrizia Belleri, psicologa psicoterapeuta
La psicologia dell'invecchiamento propone nuove chiavi interpretative della seconda metà della vita, tenendo conto dei veloci cambiamenti comportamentali e sociali cui è sottoposta la generazione dei baby boomers negli anni della maturità.
La letteratura scientifica ha descritto la terza età in termini di perdita, e cercato di individuare gli strumenti di sostegno per tollerare i disagi connessi alle privazioni.
Oggi, piuttosto che consigliare la rassegnazione e il conseguente ridimensionamento degli obiettivi, si preferisce identificare le risorse da mettere in campo, e scoprire come attivarle.
Questo atteggiamento vale sia per quanto riguarda l'approccio neuropsicologico che quello più propriamente psicologico.
Abbiamo sempre sentito dire che l'invecchiamento del cervello inizia molto presto e la perdita delle cellule cerebrali non è rimpiazzata da altre nuove. Il prolungamento dell'aspettativa di vita ha dato impulso a ricerche più accurate e fatto nuova luce sulla questione.
Tecniche di scansione e neuroimaging, analisi genetica e sofisticati studi longitudinali hanno mostrato che dai cinquant'anni in poi il cervello acquisisce abilità alternative a quelle che va perdendo.
Le conseguenze, dal punto di vista psicologico sono l'incremento di molte attitudini, tutte utili alla personalità matura: maggiore adattamento alle situazioni negative, capacità di valutare gli aspetti positivi del quotidiano, tendenza a un umore più ottimista. Inoltre, di pari passo con il calo fisiologico della memoria e la diminuzione di alcune abilità, aumentano le strategie per arginarne gli effetti negativi.
La perdita, dunque, non viene più intesa come un evento negativo e ineluttabile, con cui l'anziano deve imparare a convivere, ma uno stimolo ad attuare reazioni positive.
La psicologia ci insegna che l'adattamento è la risposta sana alla perdita.
L'adattamento, per la generazione dei Senior, comporta far fronte a nuove sfide, determinate da un lato da una aspettativa di una vita più lunga e qualitativamente migliore di quella della generazione precedente, dall'altro - e per contro - da un contesto economico e sociale più precario di quello degli anni della giovinezza.
Questi due elementi costringono a reinterpretare ruoli e progetti di vita, attraverso cambiamenti veloci e in assenza di modelli da parte delle generazioni dei padri. Ciò coinvolge il lavoro, la vita affettiva, e anche il rapporto con un mondo in rapida evoluzione.
Così assistiamo, in campo lavorativo, a casi di persone che per piacere, per necessità o per disperazione, ma anche per la voglia di affrontare nuove sfide, inventano lavori, oppure trovano modalità alternative per reinterpretare il lavoro di sempre, proprio come solo pochi anni prima consigliavano ai più giovani.
Nella sperimentazione di nuovi modelli, nulla è scontato nemmeno in campo affettivo.
C'è più coraggio di un tempo per chiudere relazioni ormai vuote di significato, c'è più coraggio di un tempo per innamorarsi in età avanzata.
Vivere una vita affettiva soddisfacente significa tener conto dell'aspetto sessuale. Una generazione che fin da giovane ha voluto parlare di sesso, discutere, capire, innovare, affronta questa stagione della vita con mentalità aperta. L'adattamento, in questo caso, consiste nel cercare un equilibrio tra un modello giovanilista - che pone come riferimento le proprie passate esperienze o i messaggi fuorvianti dei media - e un adattamento personale, che tenga conto del corpo che cambia, e delle implicazioni emotive e affettive di ciascuno.
Anche la rapida evoluzione tecnologica richiede ai Senior capacità adattive.
L'avvento delle nuove tecnologie, e la presenza ormai sempre più diffusa di Internet nel quotidiano delle persone, hanno cambiato la vita di una generazione che ha vissuto cambiamenti velocissimi, difficili da immaginare da parte dei cosiddetti "nativi digitali". Sono stati necessari adattamenti cognitivi e comportamentali rapidi e continui, con tempi e modalità diverse, a seconda della struttura di personalità, del livello culturale e di tante altre variabili personali che probabilmente devono ancora essere studiate a fondo.
La Psicologia osserva con interesse tali problematiche e mai come in questo periodo si assiste a un proliferare di libri, articoli, blog che trattano delle modalità con cui una generazione, già protagonista di enormi mutamenti culturali e sociali, si pone di fronte al nuovo traguardo: l'invecchiamento attivo!
Il blog “I nuovi senior” è coordinato da Enrico Oggioni
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